Monday 12 July 2010
21:16 | Posted by
Christian
07.30, mi sveglio naturalmente senza la necessità della sveglia, che in ogni caso non avevo messo. Sono indeciso cosa fare, se trattenermi un altro giorno a Arudy per riposarmi, sono solo preoccupato di non affaticare la gambe i primi giorni, per paura di infiammarmi i tendini. In ogni caso devo prima di tutto scrivere la giornata d’ieri, poi deciderò. Vado a fare colazione e incontro Pierre, che mangia pancetta, patate al forno e uva fritte. Lo guardo, e gli dico che non mi sembra la colazione tipica francese. Lui mi dice che è quella che facevano prima d’andare al campo i contadini, lui oggi deve andare in un paese a 50 km dove deve fare un percorso a piedi per scrivere una mappa per i pellegrini.
Mi spiega, che molti pellegrini, gli chiedono indicazioni, ma per lui il cammino è nuovo, è arrivato solamente da due anni e mezzo ad Arudy. Io bevo il latte e mangio una briosce con marmellata e uno yogurt. Pierre vive con un gatto, anche lui fa la colazione, solo che non so perché, la vomita tutta. Pierre mi da un foglio che ha scritto a mano e vi è indicata la strada per arrivare fino a Sarrance. La tappa è di 32,5 km circa. Finisco di scrivere la giornata precedente verso le 10.00, e tra preparare lo zaino, andare al super market per comprare qualcosa da mangiare, visto che so che non incontrerò centri abitati, si fanno le 11.20. È tardi, sono consapevole, però oramai ho deciso di partire, anche se ho qualche dubbio, forse mi sarebbe convenuto rimanere un giorno in più ad Arudy. Il cammino si svolge attraverso una strada asfaltata, ma non passano macchine, una ogni 20 minuti più o meno. La strada è in salita, regna il silenzio, rotto solamente quando passa un’auto. Cammino senza fermarmi fino alle 13.25, due ore di cammino.
Ho gli occhi chiusi perché mi è entrato un moscerino negli occhi!
Dopo di che, mi siedo a lato della strada, apro il materassino, e mi metto a mangiare il cuscus alle verdure che ho comprato a Arudy. Non ho le forchette, ma non è un problema, durante un mio viaggio in Nepal, mi insegnarono a mangiare con le mani, che non è semplice. Se andate in India, Nepal, e mangiate con le mani, usate la mano destra, non è una superstizione, è solamente che la sinistra la usano per lavarsi le parti intime, quindi vi guarderebbero alquanto disgustati! Dopo una pausa di 40 minuti, mi rialzo e continuo il cammino nel silenzio, bellissimo, lo adoro. La febbre è andata via, oggi no ne avevo, sono abbastanza contento, l’unico è che sento un po’ di dolore alla gamba destra, quindi devo diminuire un po’ il passo. La particolarità di questi posti, è che non si trova quasi nessuno in giro.
Verso le 15.30, finisco l’acqua, e in una deviazione per i campi, mi fermo in una casa, busso e chiedo dell’acqua, cosa che fanno subito, e mi trattengo un po’ a parlare con la signora che mi ha dato l’acqua. Continuo, e arrivo a un paese che Lurbe Saint Christau. Sono già le 17.00, e mi mancano 9 km da fare per un sentiero di montagna. Sono preoccupato di arrivare tardi a Sarrance. Stavo rispondendo a un messaggio, e avevo un sorriso, quando alzo lo sguardo, vedo un signore che mi guarda, io spontaneamente, gli dico Hola in spagnolo, lui parlava spagnolo e mi risponde. Mi chiede dove vado, e gli dico che vado a Sarrance, ma sono un po’ preoccupato perché mi fa male un tendine. Lui spontaneamente, mi dice che anche lui sta andando a Sarrance con la moglie, e mi spiega che anche loro stanno facendo il cammino di Santiago, solo che siccome lui è diabetico, ha paura che gli possa succedere qualcosa, allora, si è organizzato con la moglie con due auto, un’auto la mettono all’inizio del percorse, e un’auto alla fine. Iniziano il percorso e quando arrivano alla fine, vanno in auto a riprendere l’altra auto. Quindi anche loro andavano al mio stesso rifugio. Mancano 9 km, e non so che fare, sinceramente ne ho bisogno, non voglio forzare troppo, ma non so. Poi, ci penso, effettivamente molte volte dobbiamo anche riconoscere i nostri limiti, e quindi accetto. Comunque, poi ci ho pensato, che strana coincidenza, da quel punto in poi iniziava un sentiero di montagna, largo 30 cm in alcuni punti, con strapiombi di 40 metri, e non avrei incontrato più nessuno. Quindi se le energie mi avesssero abbandonato, avrei dovuto dormire nella montagna. In total oggi quindi ho fatto a piedi 21,5 km. Arrivo quindi a Sarrance e mi reco nella chiesa, dove il parroco ha messo a disposizione un’area. Appena arrivo, il parroco è impegnato perché sta facendo vedere la chiesa a dei turisti, dopo un po', si avvicina, e mi dice se sono italiano, e incomincia con, va bene, e continua in francese. Un turista, si avvicina, e gli dice, capendo che mi stava spiegando come arrivare alla struttura dove si alloggiano i pellegrini, si offre volontario per accompagnarmi. Mi spiega poi, in inglese, che lui aveva fatto il cammino a giugno, e che secondo lui, chi iniziava da fuori della Spagna, erano i veri pellegrini e non turisti. Poi, mi si avvicina e mi abbraccia fortissimo, e mi dice che era contento di avermi incontrato, mi saluta e se ve va. Dopo che mi son fatto la doccia, cambiato, vado dal parroco per farmi mettere il timbro nelle credenziali, e mi dice che si paga 8 euro per un letto in una camerata. Io non sono molto d’accordo, perché secondo me, le strutture d’accoglienza ai pellegrini devono essere ad offerta. Uno sa quanto può mettere o quanto no può mettere. Quindi glielo ho detto al parroco, che scocciato mi fa, va bene, facciamo 5. Mi è sembrato di essere in un mercato di Marrakech.
Sarrance
Non ha compreso ciò che gli volevo comunicare, cioè che chi va a fare un pellegrinaggio, è comunque un cercare se stessi, Dio, e le strutture religiose, devono appoggiare questo. Comunque sono contento adesso, così ho il tempo d’aggiornare il blog!
Un abbraccio a tutti, e un grazie a tutte le persone che mi stanno scrivendo!
Il chiostro della chiesa di Sarrance, dove ospitano i pellegrini
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