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Questo Blog è stato aperto inizialmente con l'idea di supporto al pellegrinaggio da Lourdes a Fatima a piedi. Dopo aver aperto il Blog, ho pensato che può essere un mezzo con il quale condividere nella web la mia vita, i miei pensieri.

Este Blog ha sido abierto inicialmente con la idea de apoyar el peregrinaje desde Lourdes hasta a Fatima a pie. Después de haber comenzado el Blog, he pensado que podría ser un medio con el cual compartir mi vida y mis pensamientos en la web .

I've opened this Blog with the idea to support the pilgrimage from Lourdes to Fatima on foot. After opening the Blog, I thought it could be a good medium for sharing my life and my thoughts.
Monday 19 July 2010

L'alba
Sono le montagne che separano la Spagna dalla Francia dalle quali arrivo!







È ancora buio pesto, mi sveglio, ho sete, quindi bevo l’acqua della bottiglietta che sempre mi metto a lato, ma non so che ore sono, ho lasciato il telefono giù a caricare, quindi devo scendere con la scala, perché sto dormendo sotto il tetto. Prendo il telefono e vedo che sono le 05.20. Provo a riaddormentarmi ma non ho sonno, avevo detto a Tere di svegliarmi alle 06.00. Non fa niente, scendo, vado in cucina e faccio colazione, poi il tempo di sistemarmi, fare lo zaino e decido di partire. Saluto Tere che mi accompagna per un pezzo di strada fuori dall’albergo e gli lascio i miei saluti per Pilar, che ancora dormiva. Sono le 06.40 e inizio il mio cammino. Mi sento in forma, riposare mi ha fatto benissimo, ho un passo abbastanza veloce.

Il paesaggio inizia a cambiare un po'


Oggi è domenica, e devo assistere la messa, solo che a Arrés avrei dovuto aspettare verso metà mattina, quindi, ho pensato, che mi fermerò in un paese che incontrerò. Ho calcolato che verso metà mattina dovrei incontrare Artieda. Assisto al sole che sorge dalle montagne alle mie spalle, è fantastico camminare a quest’ora, c’è un po’ di fresco, per cui ho un maglioncino. Penso che se posso, ogni giorno mi alzerò così presto, è fantastico.



Mi godo ogni momento, ogni passo, e prego un po’, solo che ho perso il mio rosario già da qualche giorno, l’ho perso prima di arrivare al Somport, per cui devo fare i rosario, usando le mani, visto che abbiamo 10 dita, e poi aiutandomi con i 5 misteri, per non perdere il conto, anche se comunque ogni tanto lo perdo, ma non fa niente, ripeto!


L'ombra del Pellegrino.

Sto per arrivare a Artieda, non è nel cammino, devo fare una deviazione con salita ripida di 800 metri, sono le 10.10, e sto entrando in paese, sono andato a una media di 5,28 e ho percorso già 18,5km in 3 ore e trenta minuti. Arrivo nel paese, e noto la presenza di tante auto, con giovani che stanno dormendo dentro le auto, o per terra, non capisco, ci deve essere stata una festa. Leggo un cartello con su scritto in aragonese “esfendemos a tierra” (difendiamo la terra).

Difendiamo la Terra

Bene penso, un incontro tra giovani per qualche ragione legata alla sensibilizzazione al rispetto per la natura. Arrivo al centro del paese, chiedo a una signora per la messa, ma mi dice, che ieri c’è stato un matrimonio, e il prete ha detto che la messa di ieri era valida anche per oggi, quindi oggi non celebra la messa, bene, ho pensato, devo trovarmi un'altra chiesa, difficile visto che cammino per la campagna, con pochissimi centri abitati, il prossimo paese sarà Ruesta. Decido quindi di andare al bar per mangiare qualcosa, ma il bar è chiuso, e fuori, ci saranno un 8 giovani, ragazzi e ragazze, parlando a voce alta, ubriachi fradici, che non si reggevano in piedi. Che vergogna, sono quei giovani che ieri hanno manifestato, così penso, per la terra. Ritorno davanti alla chiesa, e decido di fare una leggera pausa e di mangiarmi una mela e una banana e di riempire la sacca di acqua. Fermo una persona che passa e gli chiedo informazioni sulla manifestazione a difesa della terra, ha l’alito che puzza d’alcol, si regge a malapena in piedi, capisce che sono italiano egli dico che mi può parlare in spagnolo, e mi risponde “castellano”, (perché la lingua spagnola non è riconosciuta in Spagna, perché accomunerebbe tutti), io si castellano, allora lui mi dice che mi parla in aragonese, si, rispondo, ti capisco lo stesso, per cui gli chiedo di spiegarmi in che consiste questa manifestazione per la terra. Lui è talmente ubriaco che mi parla in castellano, ma a mala pena mi spiega qualcosa, neanche lui lo sa, mi dice che a Arteda vogliono fare un “pantano” significa, la traduzione sarebbe palude, in realtà si tratta di un invaso, per una diga o per avere una riserva idrica. Lui mi spiega che loro manifestano a sostegno degli abitanti, perché Arteda verrebbe sommersa dall’acqua, Io gli faccio notare che è difficile che Arteda possa essere sommersa dall’acqua, perché è in alto rispetto allo sbarramento, che già esiste. Lui allora, dice, si, ma i terreni si inondano. Ma era un po’ fuori, quindi lo lascio e ritorno indietro ed entro nel capannone dove hanno fatto questo incontro. È completamente sporco, un odore di alcol aleggia nel padiglione. Penso che sia una vergogna, persone che manifestano per la terra, e poi si ubriacano durante una manifestazione. 

 Vedo una persona e la fermo, e gli faccio una intervista che registro col telefonino:

Christian- Quindi, voi state facendo una manifestazione perché vogliono fare un invaso

Alberto - Si soprattutto la difesa della comunità d’Aragon e specialmente questo paese che vogliono inondare perché vogliono ingrandire l’invaso di Yesa

Christian - Che causa questo ingrandimento?

Alberto - Tutta la terra di queste persone che vivono in questo paese si sommerge, e quindi non può più vivere nessuno, perché non ci sarebbero i mezzi per vivere

Christian - Ma gli vanno a pagare la terra, qualcosa?

Alberto - Non so, però l’importante è che le persone vogliono vivere qui

Christian - Voi da dove arrivate, non siete di Artieda?

Alberto - Noi veniamo specialmente da Zaragoza, le persone vengono da Aragón, dal Paese Vasco e dalla Navarra.

Christian - Io ho notato però, io sono andato al bar, e ho notato una decina di persone che erano completamente ubriache, che più ubriache non si poteva, tu che pensi rispetto a questa maniera di protestare, sembra qualcosa,…

Alberto - In generale, in questo caso la protesta è una festa, e se c’è un concerto e ci sono bevande, è normale

Christian - A chi arriva questo messaggio?

Alberto - Principalmente a noi, così che possiamo continuare

Christian - Continuare, però, se voi fate una protesta è per arrivare a un risultato, a qualcuno, voi che risultato pensate di aver ottenuto?

Alberto - Fondi per dopo successive proteste, per farle a Zaragoza, Madrid, dove sia

Christian – (io penso, sii per altre feste a base di alcol) Quindi successivi concerti…

Alberto - No, manifestazioni , se bisogna andare in Europa, in qualche lato, almeno

Christian -Però perché tu pensi che l’invaso qui non va bene

Alberto - Per molte persone, per chi vive qui, che gli vanno a rovinare la vita,

Christian - Però potrebbe

Alberto - Nessuno pensa a questo invaso, perché qui sono molto pochi,

Christian - Però ci potrebbero essere benefici per la collettività

Alberto - Certo si, ma il beneficio per molti contro pochi, è per quello che siamo contro

Christian -Può essere però che vanno a pagare queste persone per andare a vivere da qualche altra parte

Alberto - Si, se gli danno soldi mi pare una buona cosa, però alle persone gli piace vivere qui e vivere di ciò che hanno vissuto tutta la vita, la maggior parte della gente sono qui da tutta una vita, dove vanno?

Christian - No non, chiaro, il problema è che non si sa esattamente, tu, la gente che è qui protesta ma non sa esattamente che cosa protesta, no sa tutto bene, non sa, la maggior parte delle persone qui si sono ubriacate, hanno ascoltato un concerto

Alberto - Ti posso assicurare che quello che sa meno sono io

Christian -Si.. ascolta, devo farti un’altra domanda ascolta, vieni con me, qui c’è, cosa significa questo, (gli indico dei manifesti esposti) “recrecer y esa no es sostenibile”,

Christian -cosa significa?

Alberto - che ingrandire un invase non trae benifici economici (rentable),

Christian -Ascolta, un altro manifesto, “Aragon insorgente y feminista” cosa significa?

Alberto - Questa è un’altra organizzazione che organizza questa manifestazione

Christian -Sono feministe

Alberto - Si… ieri hanno fatto una gincana con un fuoco per rivendicare le sue idee

Christian -Vediamo se ci sono … Cosa significa “Ni pantanos, ni crisis, ni capitalismo, Aragon no rebla indipendenzia y sozialismo” quindi qui siete socialisti

Alberto - Si



Christian -E come unite il discorso difendiamo la terra e dopo con una indipendenza e socialismo, cioè cosa significa indipendenza e socialismo e poi con un “no invase, no crisi, no capitalismo”?

Alberto - Il miscuglio del capitalismo e del socialismo non la capisco, e non so dove, questo punto di vista, io personalmente non lo capisco. Quello che si pretende e che l’invaso e il capitalismo, la regola, non si arrende

Christian -Però che significa no invase, no crisi, no capitalismo

Alberto - Dobbiamo lottare contro chi vuole fare l’invaso, … che dobbiamo protestare…. (poi non sa più cosa dire)

Christian -Però, per te, quante persone hanno letto questo manifesto, o le persone sono venute qui per divertirsi, quante persone oggi hanno parlato, hanno discusso

Alberto - Qui molte persone l’hanno letto, è che è da tenere in conta che la festa iniziava a metà mattina, è una rivendicazione che si fa come festa, è normale che durante tutto il giorno, ci siano persone che finiscono ubriache, io ero il primo che ero nel banco, e ho suonato oggi, insomma il concerto era per cercare di spiegare, tutto è una forma di fare festa

Christian -Io è che non capisco a chi arriva questo messaggio, io posso protestare per qualcosa, mi metto davanti a un municipio, o faccio una lettera, e la gente fa una protesta perché qualcuno la organizza con un fine, si può andare al municipio e spiegare, dovete fare un invaso qui, però ci sono queste persone che stanno protestando e hanno dato alcune motivazioni… per me la vostra protesta, al municipio si mettono a ridere, si sono ubriacati, e già è finito, diranno

Alberto - E di fatto si ride di quasi tutti , che sta finendo una moda, voglio dirti, che se di tutte le proteste che si possono fare, una invece di farla a Zaragoza, o di farla a Madrid o invece di farla in un posto dove tanta gente ti possa ascoltare, una di queste è buono farla dove ci sono le persone che vanno a soffrire, e uno di queste azioni, è questa, durante l’anno ci sono altre azioni, in questo caso si fanno dei cartelli, si mettono a Zaragoza,e la gente viene, qui c’è molta gente di Zaragoza.

Christian -Adesso vediamo un altro cartello, “lottare contro i segnali fascisti spagnoli”, cosa significa?

Alberto - Significa che l’invaso, si capisce che l’invaso è qualcosa di fascista

Christian -Perché fascista?

Alberto - È un qualcosa, una maniera di dire, è una imposizione

Christian -Ma non pensi che i comunisti, per esempio i socialisti, nella storia abbiano fatto molte imposizioni, poi qui in Spagna c’è un governo di sinistra, e quindi… no ti pare, almeno una mia riflessione, che qui le persone non sanno il significato di quello che scrive,

Alberto - no, è che se lo portano alla loro maniera di pensare, diciamo che qui sono tutti di sinistra e quindi gli va di mettere, fascista, come segnale fascista

Christian - E allora potremmo dire che le persone che fanno l’invaso sono musulmani (moros) e andiamo a parlare di più di 500 anni, prima del 1492, quando Granada era degli arabi, allora, queste persone sono musulmane, i fascisti sono morti, è finito

Alberto - …no

Christian -quindi esistono per te i fascisti, e questo invaso è dei fascisti

Alberto - no, personalmente no, l’invaso no, però in questo paese molti sono fascisti e anche in Italia, li ho visti nel calcio (italiano), in Germania

Christian -Però non capisco in questo contesto…

Alberto - Si, come parlare di femminismo qui, lo stesso ci sono antifascisti, non è una festa esclusiva di rivendicazione dell’invaso.

Christian -Va bene, grazie, tu ti chiami

Alberto

Io Christian “encantado”

“encantado “ yo también.

"Il rispetto per la terra"
Inizia delle piccole cose!

Lascio Alberto, medito, è mai possibile che queste nuove generazioni, siano come canne al vento. Protestano senza capire il perché, chi ha fatto la legge dell’invaso, cosa comporta, se ci sono accordi, i vantaggi economici per chi perde alcune terre. Non sanno niente purtroppo, l’unica cosa è una forma di protesta ignorante, dovuto al perché non sanno. La cosa buffa, è che io adesso mi sono letto alcuni articoli, e l’invaso originariamente è stato fatto per soddisfare le esigenze idriche di Zaragoza, da dove arrivano la maggioranza di persone per protestare, e non sanno che loro hanno l’acqua grazie all’invaso di Yesa. Eppure oggi ci sono tanti mezzi moderni per informarsi. Ma la verità è che il loro obbiettivo è divertirsi, pensano di avere ideali, ma sono vuoti fondamentalmente. Questa intervista, l’ho trascritta per vedere le contraddizioni che contraddistinguono purtroppo le nuove generazioni, i governi attuali, le popolazioni in generale. Non entro in questioni politiche, che non mi interessano, vorrei solamente mettere in evidenza alcuni piccoli particolari, per esempio la mancanza delle elementari regole di comportamento. In una manifestazione a favore della terra, ci si immagina persone che non butterebbero immondezza nella strada, invece no. È un piccolo elemento, ma dal piccolo si può vedere il grande. Per esempio, mi ricordo che in un libro di Padre Pio, San Pio diceva che se una persona ruba nel piccolo, a maggior ragione ruba nel grande. Il cammino della perfezione non avviene nelle grandi cose, ma nelle piccole. L’uomo ancora non ha capito, che il cambiamento deve avvenire dentro di noi, solamente cambiando noi stessi, possiamo cambiare il mondo.

Vado via da Artieda e mi dirigo alla prossima meta, Ruesta, che dista 10,5 km. Nel cammino incontro Clemence, con cui facciamo la strada insieme fino a Ruesta, lui continua al prossimo paese mentre io mi fermo. 

Ruesta è una città fantasma, si intravedono le case, completamente in rovina, una torre, che dimostra che anticamente era una fortezza, si intravede anche il campanile della chiesa. Entriamo a Ruesta, vi è un rifugio, una bella struttura completamente ristrutturata e scopro che il totale degli abitanti di Ruesta, sono tre, incredibile, il primo paese che incontro con così pochi abitanti. 

Ruesta - La città fantasma - con soli tre abitanti

La storia di Ruesta, si riferisce sempre al problema dell’invaso di Yesa, fu abbandonata nel 1959 e si pensava che potesse essere invasa dall’acqua, per cui il governo espropriò le abitazioni. Per prima cosa, vado al bar e mi ordino un bicchiere di birra e un gelato. 

Ruesta

Clemence si ordina una bottiglia d’acqua, e medito se continuare. Io devo ascoltare la Santa Messa, sono le 14.00, ma qui non c’è chiesa, almeno c’è ma è in rovina. Allora telefono al rifugio del prossimo paese, che dista 11,5km e si chiama Undués de Lerda, ma mi dicono che la Santa Messa l’hanno già celebrata la mattina, quindi decido di rimanere a Ruesta, anche perché ho già fatto 29km, e domani voglio tenere questa media, e poi voglio scrivere un po’. Nel mentre, davanti a me vi è un ciclista spagnolo, che si chiama Javier, gli chiedo da dove arriva, e mi dice che arriva da Roma, quindi mi incuriosisce e gli chiedo quali sono le sue motivazioni, se sono religiose. Javier mi risponde, che lo fa per ragioni culturali, per conoscere meglio la storia, ed è da 17 giorni che pedala. Io gli racconto che sono partito da Lourdes e che vado a Fatima, e che le mie motivazioni sono prettamente religiose. Quindi dopo un po’, Javier si alza e mi dice, ho una cosa per te, sicuramente ti può essere utile, si avvicina alla sua bicicletta, apre la borsa, e mi porta un rosario. Lo guardo, no, non ci posso credere, ma questo è il rosario che ho perso in Francia nella tratta da Borce al Somport. Lo dico a Javier, che mi confida che lo ha trovato in Francia, nel tratto dove l’avevo perso! Mi racconta che quando arrivò a Somport, ha chiesto a qualche pellegrino, se qualcuno lo aveva perso, ma nessuno gli diede risposta positiva. Il cammino di Santiago ha un qualcosa di particolare, so che vi sembrerà strano, una coincidenza incredibile, ma nel cammino qui, è tutto normale. 

Javier, il ciclista spagnolo che arriva da Roma in bici e va a Santiago, e senza conoscermi, mi restituisce il rosario che ho perso in territorio francese, da Borce a Somport.

Io ho riflettuto su questo fatto, io penso che sia un segno, che fa capire che Dio è presente soprattutto nelle piccole cose. Quindi se è presente nelle piccole cose, figuriamoci nelle grandi! Molto spesso parlando con le persone, sento lamentele del tipo che Dio non ci ascolta. Io penso che vicinanza di Dio a noi, deve essere vista ogni giorno nei piccoli particolari. Se Dio interviene per farmi vere un rosario, che sapeva che ci tenevo, a maggior ragione interviene nelle grandi cose. Il messaggio si può identificare come in un altro esempio di San Pio, diceva che il Paradiso si guadagna vincendo ogni giorno contro le piccole tentazioni. Generalmente quando perdo qualcosa, prego Sant’Antonio, e può essere che la preghiera che gli ho fatto, come sempre me la ha esaudita! Adesso è quasi ora di cena, per cui vi saluto e vi invio un abbraccio!
La cena a Ruesta

Eccoci di nuovo, la cena, sono a tavola con un pellegrino italiano che viene da Ravenna e due Spagnoli che vivono nella Zona di Zaragoza. Il discorso della cena, cade sulla politica, sopratutto sul problema che la Spagna ha con la Catalogna, che richiede l'indipendenza, con il paese Basco, la Galizia, Aragona, la Navarra. I principali sono il paese Basco e la Catalogna. I castigliani, definiscono i catalani come persone che vogliono essere diverse. Io gli spiego, che ho vissuto due anni nel cuore della Castiglia, che adoro, e un anno a Barcellona, in Catalogna. Gli spiego, che i catalani non vogliono essere differenti, sono differenti, non sono castigliani. Loro hanno una propria identità. La lingua, una territorio specifico, una storia, il tutto delinea una identità catalana, che giustamente vogliono difendere. I due spagnoli non comprendono questo concetto, che va al di là del volere una separazione, che ha motivi economici, a causa di una gestione in dubbio del governo di Madrid, che toglie risorse alla Catalogna per ripartire i soldi in aree represse, ma con scarsi risultati economici. Il paese Basco e la Catalogna, sono i due motori economici della Spagna. Mattia cerca anche di spiegare la questione del paese Basco, dove tanti giovani sono perseguiti per ragazzate, come delitti politici. Mattia raccontava il caso di un ragazzo basco, figlio di un suo amico, che da cinque anni è costretto a nascondersi, per aver fatto una ragazzata, ha incendiato un  bancomat, niente di grave. Solo che questo gesto è stato interpretato di matrice politica, quindi ha delle gravi ripercussioni penali, e rischia di non uscire più dal carcere, per varie ragioni che possiamo immaginare. Sono problemi di difficile gestione, dove il governo di Madrid, deve attuare una politica affinché vi sia un avvicinamento e una unione maggiore tra le differenti culture della penisola iberica. Però questo, è difficile che sia compreso, infatti i due aragonesi, ci dicono che anche in Italia abbiamo lo stesso problema. Gli spieghiamo che è differente, perché il nord è privo di una lingua, necessaria per fare una identità culturale, a differenza di come è in Sardegna. Vi ho racconto la cena, anche per farvi partecipi un po' dei discorsi che si affrontano durante il cammino. Comunque, dopo un po' li lascio, perché dovevo pubblicare questo articolo, che a causa di una linea internet pessima, pubblico oggi.
Un abbraccio a tutti, Christian

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