Thursday 8 July 2010
14:07 | Posted by
Christian
Oggi finalmente inizio a scrivere il mio blog! È emozionante perché è un qualcosa che ho atteso da mesi, esattamente da marzo 2010, quando ho pensato di fare il cammino da Lourdes a Fatima. Il cammino è stato sempre in dubbio da un certo punto di vista, in quanto farlo nuovamente, è stato il frutto di un voto alla Madonna di Fatima. Gli ultimi esami li stavo vivendo con uno stress maggiore, nonostante non ne sbagliassi uno già da tre anni. La mia preoccupazione saltare la sessione di luglio e laurearmi ad ottobre prossimo. Quindi l’anno passato, durante il cammino in Israele alla volta di Gerusalemme, ci ho pensato, ho fatto due conti. Ho pensato di fare un voto alla Madonna di Fatima, e se avessi finito nella sessione di luglio 2010, avrei fatto come ringraziamento nuovamente il cammino da Lourdes a Fatima a piedi.
Valladolid
La verità è che avevo un gran desiderio di rifare il cammino, ma non avrei potuto farlo se avessi ritardato negli gli studi. Tuttavia nonostante tutto il pensiero di ripetere un percorso così lungo mi faceva paura. Quindi ho sempre pensato che eventualmente, avrei potuto cambiare il mio voto. Questo l’ho pensato perché, quando si fa un voto, bisogna rispettarlo, non si può assolutamente mancare una promessa, e ciò un po’ mi faceva paura.
Così ho sempre considerato la possibilità di cambiare idea fino all’ultimo esame, ma ogni volta ho riconfermato la mia promessa.
Un’altra grande motivazione, me l’hanno data le varie e-mail che ho ricevuto da tanta gente che mi ha scritto anche solamente per ringraziarmi di aver pubblicato la mia esperienza precedente. Ho ricevuto lettere di persone disabili o con problemi fisici, impossibilitate a partecipare al percorso, ma comunque con la voglia di esserci spiritualmente, seguendo il cammino da questo blog. E colgo questo momento per ringraziarli tutti. Ma ho ricevuto pure lettere di gente che ha deciso di unirsi a me. Ho scoperto l’esistenza di tante persone bloccate dalla paura di partire dai propri luoghi sole. Io ho sempre viaggiato solo, e per me è una novità nei viaggi essere accompagnato. Ma sono felice, perché vuol dire che posso essere a disposizione di tante persone e credo che sia arrivato per me il momento di aprirsi agli altri. Sarà un’esperienza formidabile, ne sono sicuro, per tutti quanti, me incluso ovviamente!
Rinnovo l’invito a tutti a partecipare, ad intervenire nel blog con i loro pensieri.
Universidad Pontificia de Salamanca
Adesso vorrei descrivere gli ultimi giorni di giugno e il 1 luglio, giorno in cui finalmente ho sostenuto l’ultimo esame, che mi ha dato il titolo di Psicologo e il lascia passare per iscrivermi all’albo. L’ultimo esame è stato abbastanza impegnativo, perché ho dovuto preparare 30 temi, che riguardavano più di 50 esami sostenuti durante i 5 anni d’università. Ho dormito poche ore, perché, essendo tanti e differenti gli argomenti, avevo bisogno di rinfrescare in continuazione la memoria. Il giorno 1 luglio, quindi ho sostenuto la mattina l’esame scritto, sono stati estratti 3 temi a sorte di cui bisognava svilupparne uno solo. Il pomeriggio, esame orale, con una commissione esterna di professori provenienti da differenti università spagnole, e due professori della nostra università. A me è capitato un professore interno, ero l’ultimo, e dopo che ho incominciato a parlare, mi ha detto che già si capiva che sapevo gli argomenti che mi aveva chiesto, e mi ha fatto andare via. Il risultato è arrivato alle 15.30, dopo che la commissione si è riunita. Tutti seduti, in attesa, ci hanno chiamato in ordine alfabetico, e siccome io sono l’ultimo nell’ordine, ho dovuto aspettare e soffrire fino alla fine. Alle 15.30 sono stato chiamato, non mi sembrava vero, mi hanno dato un foglietto con il voto un “notable”, e quando mi sono girato per riandare al mio posto, i miei compagni mi hanno fatto un applauso, e ci sono rimasto così, non sapevo che fare. La prima cosa che mi è venuta in mente è stata inviare un bacio con la mano. Mi è sembrato in quel momento che il tempo si fosse fermato, mi son girato e ho guardato la commissione, che ha uno sguardo di domanda, non capiscono questo applauso. Sinceramente anch’io non me lo aspettavo. Il primo giorno che arrivai all’università, ero l’unico straniero, tutti erano spagnoli, e io italiano che non parlava spagnolo. Ogni giorno mi alzavo alle 6 del mattino, studiavo 2 ore spagnolo, poi facevo la colazione, andavo alle 9.00 all’università, ascoltavo le lezioni, la sera le pratiche, (in quanto nella mia università c’era l’obbligatorietà della presenza), dopo in biblioteca a studiare e il tempo passava. Mi ricorderò sempre le prime pagine che dovetti studiare per scrivere poi una riflessione, mi sembrava una montagna, e i primi esami, quattro, superati con ottimi voti! Dopo due anni fatti a Salamanca, ho incominciato a prendere borse di studio per l’estero, una borsa erasmus per Leeds in Inghilterra, poi per Braga in Portogallo, e alla fine la borsa di studio seneca per studiare a Barcellona. Quindi i miei compagni non li vedevo da tre anni, a parte qualcuno con cui abbiamo continuato a tenere i contatti via e-mail. Mi chiedevano come facessi a studiare in lingue diverse, tre per l’esattezza, dove non includo l’italiano. Io penso che siano mete cui tutti possiamo arrivare, certo, non le stesse mete. Ciò che ci blocca, sono più le paure, il non farcela, il dovercela fare a tutti costi, in una società funzionalista che non ammette errori. Quindi per me è stata una grande emozione ricevere l’applauso, che rimarrà sempre nel mio cuore, si Christian, ce l’hai fatta! Io auguro a tutti i lettori, di andare avanti, di esorcizzare le paure, di realizzare ciò che si desidera nel profondo del cuore. Una curiosità, forse triste, forse no se si guarda la nostra debolezza umana, è che mio Padre, che ho invitato a venire, non è venuto, e neanche mi ha mandato gli auguri, e proprio il caso di dirlo, nessuno è profeta in casa! Sono consapevole che la vita non è semplice, sono consapevole che la vita ha i propri limiti, e che è una sofferenza per molti versi. Io pensai anni fa, ma se proprio devo soffrire, allora soffro realizzando ciò che io desidero. Ovviamente non mi sono buttato a pesce sulla mia prima idea, ho riflettuto, ho cercato di capirne le ragioni, i desideri, poi ho preso la decisione. Questi ultimi 5 anni, in cui ho provato una grande sofferenza negli esami, cosa che non mi capitava in situazioni molto più stressanti, nell’ambito delle imprese, mi ha però regalato forse i miei 5 anni più belli della mia vita: ho viaggiato tantissimo, ho conosciuto tantissima gente, ho imparato nuove lingue, nuove culture. Ho sicuramente sofferto, ma nella sofferenza la vita mi ha dato molto di più.
Christian
Alcuni amici, che non hanno capito il mio cammino, e che considerano una perdita di tempo, qualsiasi pellegrinaggio, mi dicono, adesso è ora di lavorare, di finire, a 38 anni non si può continuare così. Io sorrido, e sinceramente non mi fa arrabbiare, ma rattristare il come nella nostra era si dia peso soprattutto all’essere funzionale per una società che è senza cuore, vuota. Che senso ha, essere funzionali, avere buone entrate economiche, una bella auto, una bella ragazza da portare a spasso per immagine, non sposarsi perché poi la moglie ti ruba tutto, o perché così si può cambiare la fidanzata superata un’età come si fa con le automobili, così è sempre giovane? Che senso ha non fare figli, perché costano e poi perché finisce la propria libertà. Purtroppo questa società moderna, rinforza negativamente questi abiti, con sistemi che mettono insicurezza nel futuro. Le persone che coraggiosamente affrontano la realizzazione di una famiglia, vengono molto spesso travolte da separazioni, tradimenti, difficoltà economiche, etc. Tutto ciò ci riporta all’inizio di questo scritto, l’insicurezza. Abbiamo paura, abbiamo paura dell’ignoto, e questo ci blocca. Quindi è meglio rimanere dove ci si trova, perché almeno si conosce dove stiamo. Però attenzione, una barca non è fatta per rimanere nel porto, ma per navigare, e ovviamente può incontrare una tempesta e affondare. Si, è vero, ma la nostra vita è magica, dal fondo del mare possiamo riemergere con un’altra barca, più bella e più forte, e con maggiore esperienza. Seneca scriveva, che non vi è un vento a favore per una barca se non si ha una “meta”. I venti sono le situazioni della vita, a volte abbiamo delle mete, e i venti ci sospingono lontano, ascoltiamoli, parliamoci, chiediamogli il perché. Quando noi ci buttiamo nella vita, la vita ci sostiene, perché non siamo venuti a questo mondo per sopravvivere, ma per vivere. Siamo noi che scriviamo e dobbiamo scrivere la nostra vita considerando che ogni attimo potrebbe essere l’ultimo, che non c’è stato dato il dono della vita per stare infinitamente nella terra, i nostri giorni sono contati, non sappiamo quanto ci manca, di sicuro sappiamo che dopo la morte, ci aspetta la ricompensa delle nostre fatiche.
(19) “Non vi fate tesori sulla terra, dove la tignola e la ruggine guastano, e dove i ladri sfondano e rubano,
(20) anzi, fatevi tesori in cielo, dove né tignola né ruggine consumano, e dove i ladri non sfondano e non rubano,
(21) Perché dov’è il vostro tesoro, là sarà anche il vostro cuore.”
Matteo, 6
Cosa sono i tesori, io non sono un teologo, ma l’interpretazione che io gli do’ , è l’amore, cioè, amare noi stessi. Solamente l’amore può diffondere amore, e l’amore passa attraverso il nostro cuore. Nel nostro cuore, incontriamo Dio, non solo, ciò che è magico, è che noi siamo in Dio. Mi resi conto di ciò nel 2005, durante il cammino, mi resi conto che Dio era con me, che camminava con me, che era dentro di me. A quel punto ho pensato, che tante volte l’ho cercato e non l’ho trovato, rendendomi conto che era così vicino a me che non me ne ero mai accorto. Io non so perché qualcuno ha di più, qualcuno ha di meno, sono certo però di una cosa, che ognuno di noi è nato per essere felice, ma siamo noi che dobbiamo costruire la nostra felicità. La religione è un medio, che ci aiuta a costruire la nostra felicità, all’incontro con Dio, sorgente dell’amore eterno.
Valladolid
La verità è che avevo un gran desiderio di rifare il cammino, ma non avrei potuto farlo se avessi ritardato negli gli studi. Tuttavia nonostante tutto il pensiero di ripetere un percorso così lungo mi faceva paura. Quindi ho sempre pensato che eventualmente, avrei potuto cambiare il mio voto. Questo l’ho pensato perché, quando si fa un voto, bisogna rispettarlo, non si può assolutamente mancare una promessa, e ciò un po’ mi faceva paura.
Così ho sempre considerato la possibilità di cambiare idea fino all’ultimo esame, ma ogni volta ho riconfermato la mia promessa.
Un’altra grande motivazione, me l’hanno data le varie e-mail che ho ricevuto da tanta gente che mi ha scritto anche solamente per ringraziarmi di aver pubblicato la mia esperienza precedente. Ho ricevuto lettere di persone disabili o con problemi fisici, impossibilitate a partecipare al percorso, ma comunque con la voglia di esserci spiritualmente, seguendo il cammino da questo blog. E colgo questo momento per ringraziarli tutti. Ma ho ricevuto pure lettere di gente che ha deciso di unirsi a me. Ho scoperto l’esistenza di tante persone bloccate dalla paura di partire dai propri luoghi sole. Io ho sempre viaggiato solo, e per me è una novità nei viaggi essere accompagnato. Ma sono felice, perché vuol dire che posso essere a disposizione di tante persone e credo che sia arrivato per me il momento di aprirsi agli altri. Sarà un’esperienza formidabile, ne sono sicuro, per tutti quanti, me incluso ovviamente!
Rinnovo l’invito a tutti a partecipare, ad intervenire nel blog con i loro pensieri.
Universidad Pontificia de Salamanca
Adesso vorrei descrivere gli ultimi giorni di giugno e il 1 luglio, giorno in cui finalmente ho sostenuto l’ultimo esame, che mi ha dato il titolo di Psicologo e il lascia passare per iscrivermi all’albo. L’ultimo esame è stato abbastanza impegnativo, perché ho dovuto preparare 30 temi, che riguardavano più di 50 esami sostenuti durante i 5 anni d’università. Ho dormito poche ore, perché, essendo tanti e differenti gli argomenti, avevo bisogno di rinfrescare in continuazione la memoria. Il giorno 1 luglio, quindi ho sostenuto la mattina l’esame scritto, sono stati estratti 3 temi a sorte di cui bisognava svilupparne uno solo. Il pomeriggio, esame orale, con una commissione esterna di professori provenienti da differenti università spagnole, e due professori della nostra università. A me è capitato un professore interno, ero l’ultimo, e dopo che ho incominciato a parlare, mi ha detto che già si capiva che sapevo gli argomenti che mi aveva chiesto, e mi ha fatto andare via. Il risultato è arrivato alle 15.30, dopo che la commissione si è riunita. Tutti seduti, in attesa, ci hanno chiamato in ordine alfabetico, e siccome io sono l’ultimo nell’ordine, ho dovuto aspettare e soffrire fino alla fine. Alle 15.30 sono stato chiamato, non mi sembrava vero, mi hanno dato un foglietto con il voto un “notable”, e quando mi sono girato per riandare al mio posto, i miei compagni mi hanno fatto un applauso, e ci sono rimasto così, non sapevo che fare. La prima cosa che mi è venuta in mente è stata inviare un bacio con la mano. Mi è sembrato in quel momento che il tempo si fosse fermato, mi son girato e ho guardato la commissione, che ha uno sguardo di domanda, non capiscono questo applauso. Sinceramente anch’io non me lo aspettavo. Il primo giorno che arrivai all’università, ero l’unico straniero, tutti erano spagnoli, e io italiano che non parlava spagnolo. Ogni giorno mi alzavo alle 6 del mattino, studiavo 2 ore spagnolo, poi facevo la colazione, andavo alle 9.00 all’università, ascoltavo le lezioni, la sera le pratiche, (in quanto nella mia università c’era l’obbligatorietà della presenza), dopo in biblioteca a studiare e il tempo passava. Mi ricorderò sempre le prime pagine che dovetti studiare per scrivere poi una riflessione, mi sembrava una montagna, e i primi esami, quattro, superati con ottimi voti! Dopo due anni fatti a Salamanca, ho incominciato a prendere borse di studio per l’estero, una borsa erasmus per Leeds in Inghilterra, poi per Braga in Portogallo, e alla fine la borsa di studio seneca per studiare a Barcellona. Quindi i miei compagni non li vedevo da tre anni, a parte qualcuno con cui abbiamo continuato a tenere i contatti via e-mail. Mi chiedevano come facessi a studiare in lingue diverse, tre per l’esattezza, dove non includo l’italiano. Io penso che siano mete cui tutti possiamo arrivare, certo, non le stesse mete. Ciò che ci blocca, sono più le paure, il non farcela, il dovercela fare a tutti costi, in una società funzionalista che non ammette errori. Quindi per me è stata una grande emozione ricevere l’applauso, che rimarrà sempre nel mio cuore, si Christian, ce l’hai fatta! Io auguro a tutti i lettori, di andare avanti, di esorcizzare le paure, di realizzare ciò che si desidera nel profondo del cuore. Una curiosità, forse triste, forse no se si guarda la nostra debolezza umana, è che mio Padre, che ho invitato a venire, non è venuto, e neanche mi ha mandato gli auguri, e proprio il caso di dirlo, nessuno è profeta in casa! Sono consapevole che la vita non è semplice, sono consapevole che la vita ha i propri limiti, e che è una sofferenza per molti versi. Io pensai anni fa, ma se proprio devo soffrire, allora soffro realizzando ciò che io desidero. Ovviamente non mi sono buttato a pesce sulla mia prima idea, ho riflettuto, ho cercato di capirne le ragioni, i desideri, poi ho preso la decisione. Questi ultimi 5 anni, in cui ho provato una grande sofferenza negli esami, cosa che non mi capitava in situazioni molto più stressanti, nell’ambito delle imprese, mi ha però regalato forse i miei 5 anni più belli della mia vita: ho viaggiato tantissimo, ho conosciuto tantissima gente, ho imparato nuove lingue, nuove culture. Ho sicuramente sofferto, ma nella sofferenza la vita mi ha dato molto di più.
Christian
Alcuni amici, che non hanno capito il mio cammino, e che considerano una perdita di tempo, qualsiasi pellegrinaggio, mi dicono, adesso è ora di lavorare, di finire, a 38 anni non si può continuare così. Io sorrido, e sinceramente non mi fa arrabbiare, ma rattristare il come nella nostra era si dia peso soprattutto all’essere funzionale per una società che è senza cuore, vuota. Che senso ha, essere funzionali, avere buone entrate economiche, una bella auto, una bella ragazza da portare a spasso per immagine, non sposarsi perché poi la moglie ti ruba tutto, o perché così si può cambiare la fidanzata superata un’età come si fa con le automobili, così è sempre giovane? Che senso ha non fare figli, perché costano e poi perché finisce la propria libertà. Purtroppo questa società moderna, rinforza negativamente questi abiti, con sistemi che mettono insicurezza nel futuro. Le persone che coraggiosamente affrontano la realizzazione di una famiglia, vengono molto spesso travolte da separazioni, tradimenti, difficoltà economiche, etc. Tutto ciò ci riporta all’inizio di questo scritto, l’insicurezza. Abbiamo paura, abbiamo paura dell’ignoto, e questo ci blocca. Quindi è meglio rimanere dove ci si trova, perché almeno si conosce dove stiamo. Però attenzione, una barca non è fatta per rimanere nel porto, ma per navigare, e ovviamente può incontrare una tempesta e affondare. Si, è vero, ma la nostra vita è magica, dal fondo del mare possiamo riemergere con un’altra barca, più bella e più forte, e con maggiore esperienza. Seneca scriveva, che non vi è un vento a favore per una barca se non si ha una “meta”. I venti sono le situazioni della vita, a volte abbiamo delle mete, e i venti ci sospingono lontano, ascoltiamoli, parliamoci, chiediamogli il perché. Quando noi ci buttiamo nella vita, la vita ci sostiene, perché non siamo venuti a questo mondo per sopravvivere, ma per vivere. Siamo noi che scriviamo e dobbiamo scrivere la nostra vita considerando che ogni attimo potrebbe essere l’ultimo, che non c’è stato dato il dono della vita per stare infinitamente nella terra, i nostri giorni sono contati, non sappiamo quanto ci manca, di sicuro sappiamo che dopo la morte, ci aspetta la ricompensa delle nostre fatiche.
(19) “Non vi fate tesori sulla terra, dove la tignola e la ruggine guastano, e dove i ladri sfondano e rubano,
(20) anzi, fatevi tesori in cielo, dove né tignola né ruggine consumano, e dove i ladri non sfondano e non rubano,
(21) Perché dov’è il vostro tesoro, là sarà anche il vostro cuore.”
Matteo, 6
Cosa sono i tesori, io non sono un teologo, ma l’interpretazione che io gli do’ , è l’amore, cioè, amare noi stessi. Solamente l’amore può diffondere amore, e l’amore passa attraverso il nostro cuore. Nel nostro cuore, incontriamo Dio, non solo, ciò che è magico, è che noi siamo in Dio. Mi resi conto di ciò nel 2005, durante il cammino, mi resi conto che Dio era con me, che camminava con me, che era dentro di me. A quel punto ho pensato, che tante volte l’ho cercato e non l’ho trovato, rendendomi conto che era così vicino a me che non me ne ero mai accorto. Io non so perché qualcuno ha di più, qualcuno ha di meno, sono certo però di una cosa, che ognuno di noi è nato per essere felice, ma siamo noi che dobbiamo costruire la nostra felicità. La religione è un medio, che ci aiuta a costruire la nostra felicità, all’incontro con Dio, sorgente dell’amore eterno.
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