Thursday 22 July 2010
11:38 | Posted by
Christian
Oggi vengo svegliato da Victor alle 05.15, anche oggi gli ho chiesto la gentilezza. Scendo giù e faccio colazione, latte con alcuni biscotti che ho comprato ieri. Victor con Carmine, non bevono latte, perché a Victor gli faceva venire il mal di testa, e il suo medico gli ha detto che quando si diventa grandi, il latte fa male e deve essere eliminato.
Quindi Victor mi prende in giro perché la mattina bevo il latte, dice che sono ancora un bambino che deve crescere! Mi fa troppo ridere, anche perché anch’io lo prendo in giro per il mal di testa! È una coppia molto simpatica.
Alle sei, Victor e Carmine sono già in cammino, io riesco ad uscire verso le 06.35. Questa mattina decido di mettere meno acqua nello zaino. Oggi c’è un po’ di freddo, quindi mi sono messo la felpa.
Mi sembra di essere un principe, i fiori si buttano al mio passaggio!
Anche oggi il cammino è un po’ duro, a causa di un sali e scendi per i sentieri. Il primo paese che incontro, dopo circa 13,5 km è Tiebas.
È un piccolo centro che ha un rifugio per il pellegrino e un bar. Mi fermo al bar anche perché ho fame, mi mangio due gelati con il biscotto, che adoro, e mi bevo un bicchiere di birra.
Nel cammino, ognuno ha un proprio ritmo! L'importante è arrivare!
Cerco di collegarmi con il computer per pubblicare il blog, ma niente da fare, non c’è la linea 3G, che mi permette di caricare le foto e il testo con velocità. Non fa niente, seleziono le foto da pubblicare, e riparto. Anche oggi il cammino lo sento duro, io penso che forse è perché sto dormendo poco.
Dopo un’oretta mi rifermo e mi mangio un po’ di prosciutto crudo. Rimetto tutto nello zaino e riparto.
Qui capita un fatto molto particolare, avrò fatto un 50 metri, quando ad un certo punto, è come se ci fosse stata una persona dietro di me, non so come spiegarlo, mi sono spaventato e mi sono girato di scatto, non c’è nessuno, ma il mio sguardo cade sul coltellino che ho usato per tagliare il prosciutto, che è in terra, e una piccola borsa che avevo appeso allo zaino, e dove avevo riposto il coltellino, era aperta. Ho pensato, no, avevo 75 euro, e non c’erano più. Quindi sono tornato indietro, ho guardato attentamente, e ho trovato i soldi! Sono rimasto quindi a riflettere un po’. Qualcuno mi ha avvisato, può essere il mio Angelo custode, e mi far render conto ancor di più di quanto Dio mi è vicino in tutto. Ho riflettuto anche, no penso che sia il cammino, ma è il mettersi nel cammino, e incontriamo Dio sempre a nostro lato, come nel caso del rosario. Il cammino prosegue, oggi mi sembra che non vuole finire e sono fortunato, perché il cielo è nuvoloso, quindi mi avvantaggia la camminata. Ad Olcoz, sbaglio strada, non vedo un cartello, fortunatamente, vedo una signora in un orto, e gli chiedo informazioni. Arriva il marito che gentilmente mi spiega la strada. Sono una coppia molto carina, avranno un 60 anni e hanno ‘aria di essere una coppia semplice e felice. Ha due uova nelle mani, allora gli chiedo se me le può vendere. E lui, mi dice che assolutamente non me le vende, ma me le regala, però, mi chiede come me le mangio. Io gli dico, crude, gli tolgo il bianco e mi mangio il tuorlo. Lui è preoccupato che mi faccia male, a il da piccolo le ho sempre mangiate, con un po’ di sale e limone!
Mi racconta che comunque le galline hanno fatto le uova circa 30 minuti fa, quindi sono freschissime e che le sue galline sono ruspanti, quindi mi dice, sono uova biologiche! Questo signore, mi fa i complimenti per come parlo bene lo spagnolo, mi saluta, e proseguo il cammino, dopo un po’ mi fermo e mi mangio le uova. Il prossimo paese che incontro si chiama Enériz, mi fermo e mi mangio un pincho di prosciutto crudo, sarebbe un piccolo pezzo di pane con il prosciutto, e mi bevo un bicchiere di vino rosso.
Mi riposo un po’ e riprendo il cammino, manca poco, due chilometri e finalmente arrivo alla Ermita de Enaute, sono le 16.15, e ho percorso 29km.
L'ermita de Eunate
L’ermita de Enaute, che significa nella lingua basca, cento porte, è stata costruita dai cavalieri dell’ordine dei Templari nel XII secolo, riportando lo stesso disegno della pianta del tempio di Gerusalemme, ottagonale. Vi sono diversi simboli nel colonnato, che rende questa ermita carica di mistero e suggestione. A lato della ermita, c’è un rifugio in una vecchia casa ristrutturata, che è gestita da una coppia, marito e moglie francesi, che vivono qui e si occupano di dare assistenza ai pellegrini. Offrono la cena e la colazione, si lascia un offerta. Io sono stanchissimo, quindi mi faccio una doccia, lavo la roba e vado a dormire. Dormo per quasi tre ore, mi sveglio alle 19.45, per la cena. Si cena tutti insieme, non siamo in tanti, siamo cinque pellegrini, c’è Victor, Carmine, l’austriaca e Miriam che è una ragazza francese, che come me è partita da Lourdes, solo che lei è passata per Saint Jean Pied de Port, qui i cammini si uniscono a pochi chilometri, infatti da domani, finirà il cammino aragonese e prenderò il cammino francés.
Ceniamo con una minestra di verdure, alcune polpette, pasta con le verdure e uno yogurt. Si chiacchiera, in varie lingue, francese, inglese e spagnolo.
Dopo cena, la signora responsabile del rifugio, cura con un fango, la l’austriaca, che ha i piedi distrutti.
Dopo di che, andiamo nell’ermita e facciamo una meditazione a lume di candela. Ognuno di noi recita nella propria lingua una preghiera con in mano una candela:
“Signore, ti offro questa luce in segno della mia fede e del mio amore.
Con questa luce io voglio offrirti la mia preghiera, il mio cammino verso Santiago e il cammino della mia vita, della mia famiglia, il mio lavoro, le mie preoccupazioni, le miei gioie e le mie tristezze, il mio desiderio di restare fedele verso il credo cristiano e il mio ringraziamento per tutto ciò che ho ricevuto da te, Signore”
Amen
Una pellegrina in meditazione
Finita la preghiera, rimaniamo in meditazione in silenzio, a lume di candela in un’atmosfera carica di pace, di una ricca emozione interiore. Siamo stanchi, ma felici.
Al momento di uscire, arriva una pioggia fortissima, alcuni di noi erano già usciti, io invece con altre due persone rimaniamo ad aspettare che cessi un po’ la pioggia, quindi io, mi riaccendo la candela, e ritorno a meditare. Sono assorto, e contento che ci sia la pioggia, che mi regala un altro momento di meditazione, che viene interrotta da una mano che si appoggia nella mia spalla, e che mi dice è ora di andare, la pioggia si è calmata.
Mi dirigo nel rifugio, la signora che si occupa del rifugio, ha preparato una tisana, la beviamo, tutti vanno a letto, io rimango per scrivere le emozioni della giornata, sono le 01.22, ho finito… e vado dormire…
Un abbraccio a tutti.
Il rifugio, visto dalla Ermita de Enaute
Il tramonto, un'altro giorno se ne va!
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2 comments:
Ciao Christian ero due giorni che non mi collegavo,perciò adesso che ho acceso ho sorriso nel vedere che comunque non avevi scritto.Evidentemente ho intuito!Idialliaco e piano di enfasi e forte suggestione il momento della preghiera a lume di candela sotto la pioggia e in comunione con gli altri pellegrini e con i lettori del blog.Mi ha dato molto.Un beso mucho grande.
geggia
Ciao Geggia, grazie per il tuo commento! Un bacione, Christian
PS: Un beso muy grande!