Saturday, 31 July 2010
13:40 | Posted by
Christian
Anche oggi mi sveglio alle sette, la camerata è deserta, ho dormito solo 5 ore, ma mi sento riposato, pronto per arrivare a Burgos. Anche oggi, c’è Simona, è in ritardo come me. Preparo lo zaino, e insieme andiamo a fare la colazione nell’ottima caffetteria che c’è in Atapuerca. Sono proprio contento, ho dormito poco, ma sono soddisfatto. C’è freddo stamattina, anche ieri c’era molto freddo, penso che la mattina in questi giorni ci siano 8/10 gradi circa, infatti mi metto sia la felpa che la giacca a vento. Dopo la colazione mi metto in cammino con Simona, che dopo un po’ lascio, perché io vado più veloce e poi le spiego, che io la mattina ho bisogno di pregare, di recitare il rosario, di pregare per tutte quelle persone che mi hanno chiesto preghiere, per me, per la mia scrittura, perché ogni giorno poi ho bisogno di trascrivere tutto affinché anche voi che seguite il blog, possiate ricevere queste incredibili emozioni.
Una chiesa in cui mi fermo a meditare
Vorrei ogni giorno cercare di trasmettere di più, in questi giorni un po’ mi è mancato scrivere con più dettagli, con maggiori riflessioni. Un metodo che sto utilizzando, perché quando cammino a volte mi vengono i pensieri che vorrei scrivere, ma alcuni pensieri poi scappano via e non riesco a riprenderli dopo il cammino, quindi, con il mio hi phone, registro le mie emozioni, e poi le riascolto la sera, anche se in questi giorni, non sono riuscito neanche in quello. Ho bisogno del silenzio, e godere di questi momenti di preghiera, in cui incontro una grande felicità. Non mi va molto di fare una camminata parlando, il cammino è anche una maniera di stare solo, con noi stessi, meditare il silenzio. Io penso che anche nella vita di ogni giorno, abbiamo la necessità di un momento con noi stessi, parlarci, ridere delle nostre azioni, che a volte possono essere buffe ripensate dopo un po’, e ovviamente, non deve mancare un momento da dedicare in silenzio a stare con Dio, anche se sono solo 15 minuti. Io nel cammino ho tante ore a disposizione, ogni giorno posso passare dalle 6 alle 9 ore camminando, e posso godere di tanta felicità e tranquillità, anche se ironicamente, tutto è accompagnato dal dolore fisico, soprattutto ai piedi, durante le ultime ore di cammino alcune volte sembrano fatti di pietra! Bene, oggi cosa vi racconto, una giornata anche oggi diversa!
1060 m
Il cammino non ha in se grandi difficoltà, dopo aver superato i 1060 metri di altitudine, segnati da una grande croce dove nel medio vi è dipinta una freccia gialla, che è il simbolo dell’indicazione del cammino. Noi pellegrini seguiamo le frecce gialle, che ci indicano il cammino fino a Santiago, da lì seguirò poi le frecce blu, per Fatima. Le frecce gialle sono stae dipinte negli anni 80 da Eliás Valiña, parroco del Cebrerio, ormai scomparso, e da Andrés Muñoz, presidente dell’Asociación de Amigos del Camino de Navarra. Dopo la grande croce, si vede un incantevole altopiano di 800/900 metri di altitudine, è la splendida pianura di Burgos.
Altopiano di Burgos
Il cammino a lato del fiume Arlanzón
Da qui inizio una discesa all’altopiano, dove una strada, un po’ più lunga mi fa evitare l’aeroporto di Burgos, ma mi regala un bellissimo cammino immerso negli alberi a lato del fiume Arlanzón, fino ad arrivare al centro di Burgos, dove c’è la famosa cattedrale di Santa Maria in stile gotico, iniziata nel 121 e finita nel 1260.
Una margherita per te, tutta per te!
Qui mi reco all’ufficio del turismo, perché voglio andare all’albergo parrocchiale, che lo aveva consigliato a tutti i pellegrini Don José Ignacio a Logroño.
Burgos
Burgos con le torri della Cattedrale
All’ufficio del turismo, mi dicono che c’è un hotel municipale, molto bello, ha 140 posti letto e costa solo 3 euro, inoltre è vicinissimo, a lato della cattedrale.
La cattedrale di Burgos
Foto con la statua raffigurante il pellegrino!
Mi spiegano che il rifugio parrocchiale è a 20 minuti di cammino, ha solo 20 posti letto e potrebbe essere pieno, e poi mi aggiungono che è solo per persone molto religiose. Io gli spiego che voglio andare lì, per condividere la mia giornata in un ambiente religioso, voglio ascoltare la messa, e così via. Perciò, la signorina dell’ufficio del turismo, mi da’ la cartina e mi segna dov’è l’albergo parrocchiale San José.
La casa parrocchiale San José
Il primo piano è l'albergo, il secondo, l'appartamento di Don Carlos.
Il primo piano è l'albergo, il secondo, l'appartamento di Don Carlos.
Rimetto in spalle lo zaino e mi reco verso l’albergo parrocchiale, sperando di incontrare un posto. Dopo un po’ di cammino, arrivo, suono, e viene ad aprire un francese, che parla poco spagnolo.
Incomincia a squadrarmi, mi dice cosa volevo, io gli rispondo che sono un pellegrino, e che chiedevo ospitalità. Dopo qualche momento di titubanza, mi fa entrare, lascio le scarpe giù, e con lo zaino salgo le scale grandissime, una hall veramente bella. Il francese mi porta nella cucina, e mi spiega le regole dell’albergo, prassi quotidiana. Mi dice che ci sono solo tre pellegrini coreani, e mi da un foglio scritto in italiano dove c’è scritto che alle 19.00 c’è la preparazione della cena, alle 19.30 la messa, alle 20.00 la cena, dopo cena una meditazione, e l’indomani mattina la colazione è servita dalle 06.00 alle 08.00, e che l’albergo vive delle offerte dei pellegrini, e che una persona può lasciare ciò che ha a seconda delle sue possibilità. Quindi, dopo aver letto gli dico che va bene, e questo hospitalero mi mette la cassetta delle offerte davanti. Io quindi gli dico che se non gli dispiace, come è usanza negli altri alberghi a offerta libera, che la mattina, prima di andare via avrei messo quello che avrei potuto, secondo mia coscienza e possibilità. Questo francese, di cui non mi ricordo neanche il nome, insiste, che io gli devo mettere i soldi subito, che lui deve andare a fare la spesa. Io gli rispondo che non se ne parla assolutamente, e che non capisco questa sua insistenza, e gli dico che voglio parlare con il parroco, e che è assurdo questo comportamento. Lui mi dice che non c’è e che arriva più tardi, e che le regole sono queste. Io gli spiego che nel foglio che mi ha dato, c’è scritto chiaramente che uno mette secondo le proprie possibilità. Gli spiego che lui non mi conosce, e che io posso anche non mettere niente, e che di certo non mi obbliga, e gli ribadisco che se non ha i soldi per fare la spesa, che può benissimo non fare la cena. Lui continua a insistere in una maniera incredibile, con uno spagnolo pessimo, con l’altra hospitalera che sapeva parlare solo francese, non so se siano sposati, era arrabbiata. Io ho un carattere molto forte, e nella mia vita di certo non mi faccio spaventare da grossi problemi, figuramoci da due persone ridicole. Alla fine gli chiedo, quanto voleva che mettessi. Allora mi dice che l’offerta è libera, e io dico va bene, prendo una monetina da 20 centesimi, e la infilo nella cassetta, e si sente il tonfo di quando tocca il fondo, e si capisce che è completamente vuota. Quindi gli chiedo se è soddisfatto adesso, ma lui continua a dire che i pellegrini arrivano lì e non mettono niente, che la struttura è cosata tanti soldi. Io gli ribadisco con calma che la struttura non è sua, è della chiesa, ed è a disposizione dei fedeli, dei bisognosi, è nata per dare un appoggio incondizionato al pellegrino. Che l’albergo del pellegrino è una struttura che deve essere aperta a tutti, cattolici e non, atei, musulmani, ebrei, buddisti, etc., e che l’offerta è un qualcosa di personale e gli ribadisco anche che la cena se la può mangiare lui, che io sicuramente non mangio niente. Stavo morendo di fame, anche perché non avevo pranzato, ed erano già le 17.00, ma avrei preferito morire di fame che farmi offrire qualsiasi cosa a quelle condizioni. Quindi il francese inizia, che la regola, è che bisogna mangiare, e che sono obbligato a mangiare. Io lo guardavo allibito, ho pensato, ma dove sono capitato? Non sapevo se ridere a squarcia gola per ciò che vedevo, quest’uomo che avrà un 55 anni, basso e tarchiato, rosso in viso dalla rabbia. Allora, visto che non capiva, gli spiegavo se non ho fame, io no mangio, se vuoi mi siedo a tavola gli dico, ma non mangio, e gli spiegavo che non avevo fame e che non mi può obbligare a mangiare. Niente da fare, quindi glielo spiego in inglese, ma capiva ancora meno. Dopo 20 minuti ero già molo stanco di starlo a sentire, quindi gli ho detto che dopo avrei parlato con il parroco, e che se aveva finito andavo a farmi una doccia. Lui mi voleva mandare via, ma io gli ho detto a chiare lettere che io non mene andavo, che quella non era casa sua, ma era casa mia, io sono un pellegrino nell’albergo del pellegrino, inoltre, la chiesa è casa di mio Padre, io sono suo figlio, e me la godo in pieno. Allora ha preso le mie credenziali, e ha incominciato a dirmi che sono stato in posti dove si pagava, che quindi qui bisognava pagare, e quindi gli ho detto che era veramente privo di etica, e che è molto lontano dall’essere hospital ero. Alla fine mi sono alzato e quindi l’ha dovuta finire, mi ha fatto vedere dov’era la stanza e i bagni.
Christian
Incomincia a squadrarmi, mi dice cosa volevo, io gli rispondo che sono un pellegrino, e che chiedevo ospitalità. Dopo qualche momento di titubanza, mi fa entrare, lascio le scarpe giù, e con lo zaino salgo le scale grandissime, una hall veramente bella. Il francese mi porta nella cucina, e mi spiega le regole dell’albergo, prassi quotidiana. Mi dice che ci sono solo tre pellegrini coreani, e mi da un foglio scritto in italiano dove c’è scritto che alle 19.00 c’è la preparazione della cena, alle 19.30 la messa, alle 20.00 la cena, dopo cena una meditazione, e l’indomani mattina la colazione è servita dalle 06.00 alle 08.00, e che l’albergo vive delle offerte dei pellegrini, e che una persona può lasciare ciò che ha a seconda delle sue possibilità. Quindi, dopo aver letto gli dico che va bene, e questo hospitalero mi mette la cassetta delle offerte davanti. Io quindi gli dico che se non gli dispiace, come è usanza negli altri alberghi a offerta libera, che la mattina, prima di andare via avrei messo quello che avrei potuto, secondo mia coscienza e possibilità. Questo francese, di cui non mi ricordo neanche il nome, insiste, che io gli devo mettere i soldi subito, che lui deve andare a fare la spesa. Io gli rispondo che non se ne parla assolutamente, e che non capisco questa sua insistenza, e gli dico che voglio parlare con il parroco, e che è assurdo questo comportamento. Lui mi dice che non c’è e che arriva più tardi, e che le regole sono queste. Io gli spiego che nel foglio che mi ha dato, c’è scritto chiaramente che uno mette secondo le proprie possibilità. Gli spiego che lui non mi conosce, e che io posso anche non mettere niente, e che di certo non mi obbliga, e gli ribadisco che se non ha i soldi per fare la spesa, che può benissimo non fare la cena. Lui continua a insistere in una maniera incredibile, con uno spagnolo pessimo, con l’altra hospitalera che sapeva parlare solo francese, non so se siano sposati, era arrabbiata. Io ho un carattere molto forte, e nella mia vita di certo non mi faccio spaventare da grossi problemi, figuramoci da due persone ridicole. Alla fine gli chiedo, quanto voleva che mettessi. Allora mi dice che l’offerta è libera, e io dico va bene, prendo una monetina da 20 centesimi, e la infilo nella cassetta, e si sente il tonfo di quando tocca il fondo, e si capisce che è completamente vuota. Quindi gli chiedo se è soddisfatto adesso, ma lui continua a dire che i pellegrini arrivano lì e non mettono niente, che la struttura è cosata tanti soldi. Io gli ribadisco con calma che la struttura non è sua, è della chiesa, ed è a disposizione dei fedeli, dei bisognosi, è nata per dare un appoggio incondizionato al pellegrino. Che l’albergo del pellegrino è una struttura che deve essere aperta a tutti, cattolici e non, atei, musulmani, ebrei, buddisti, etc., e che l’offerta è un qualcosa di personale e gli ribadisco anche che la cena se la può mangiare lui, che io sicuramente non mangio niente. Stavo morendo di fame, anche perché non avevo pranzato, ed erano già le 17.00, ma avrei preferito morire di fame che farmi offrire qualsiasi cosa a quelle condizioni. Quindi il francese inizia, che la regola, è che bisogna mangiare, e che sono obbligato a mangiare. Io lo guardavo allibito, ho pensato, ma dove sono capitato? Non sapevo se ridere a squarcia gola per ciò che vedevo, quest’uomo che avrà un 55 anni, basso e tarchiato, rosso in viso dalla rabbia. Allora, visto che non capiva, gli spiegavo se non ho fame, io no mangio, se vuoi mi siedo a tavola gli dico, ma non mangio, e gli spiegavo che non avevo fame e che non mi può obbligare a mangiare. Niente da fare, quindi glielo spiego in inglese, ma capiva ancora meno. Dopo 20 minuti ero già molo stanco di starlo a sentire, quindi gli ho detto che dopo avrei parlato con il parroco, e che se aveva finito andavo a farmi una doccia. Lui mi voleva mandare via, ma io gli ho detto a chiare lettere che io non mene andavo, che quella non era casa sua, ma era casa mia, io sono un pellegrino nell’albergo del pellegrino, inoltre, la chiesa è casa di mio Padre, io sono suo figlio, e me la godo in pieno. Allora ha preso le mie credenziali, e ha incominciato a dirmi che sono stato in posti dove si pagava, che quindi qui bisognava pagare, e quindi gli ho detto che era veramente privo di etica, e che è molto lontano dall’essere hospital ero. Alla fine mi sono alzato e quindi l’ha dovuta finire, mi ha fatto vedere dov’era la stanza e i bagni.
La sala da pranzo dell'albergo parrochiale del pellegrino
La struttura è nuovissima e veramente ben rifinita nei dettagli.
La sala lettura dell'albergo parrocchiale di Burgos
La stanza da letto con sei posti letto, dell'albergo parrochiale di Burgos,
io ho dormito nel centrale in alto.
Mi faccio la doccia, a finalmente un momento di pace, l’acqua calda mi rigenera! Mi lavo la roba, e vado a scrivere il blog, prima voglio andare in chiesa che si trova nella stessa struttura, ma stanno facendo le pulizie, quindi vedo un salone parrocchiale con una scrivania e una comoda sedia da scrivania, e chiedo alle signore che si stanno occupando delle pulizie, se la posso utilizzare, e senza esitazione, mi dicono di si, con una felicità negli occhi che mi riempie di gioia. Mi siedo e inizio a scrivere, arriva una di queste signore, e mi dice che chiudono la porta, cosi posso scrivere senza che nessuno mi disturbi, che gentili! Alle 19.00 vado nella sala da pranzo, ho pensato se vogliono aiuto per cucinare, ma vedo che nessuno cucina, nel mentre si presenta uno spagnolo che mi pare si chiama Pino e che mi parla in italiano, dice che prima faceva l’hospitalero. Gli dico che questi due hospitaleros si sono comportati molto male, lui storce il naso in segno di negazione, si, così, e mi dice, sai, gli hai nesso 20 centesimi. Menomale che l’offerta è segreta, che etica che c’è qui! Gli spiego che in ogni caso, questo fatto aggrava di più il loro comportamento scorretto, e che ne parlerò al parroco. Pino con un sorrisetto, mi dice che non mi capirà il parroco, perché non parla italiano. Allora io gli rispondo in spagnolo, e gli dico che parlo molto bene lo spagnolo, che mi sono laureato in Spagna all’Universidad Pontifica di Salamanca, e quando glielo dico si sbianca, e gli dico anche, che non finisce qui, se il parroco è uguale questi due hospitaleros, scriverò una lettera al vescovo di Burgos. Gli spiego, non tollero le ingiustizie, io non mi faccio complice di questo comportamento. Pino, sentito così, se ne va e non si farà più vedere.
La Santa Messa celebrata da Don Carlos, a lato Raul.
Continuo a scrivere e alle 19.30 vado alla Santa Messa, così parlerò anche con il parroco, che si chiama don Carlos, così mi riferisce una signora che faceva le pulizie, e mi dice che è una persona molto simpatica, cosa che mi rasserenò molto. Dopo la Santa Messa, c’è l’esposizione del Santissimo, sono molto felice, e rimango a meditare con Gesù, al quale spiego che è incredibile ciò che è successo, e io sento che mi incita a raccontare l’accaduto, presentandomi e spiegandogli chi sono, e perché faccio il pellegrinaggio, e l’accaduto. Dopo la meditazione, don Carlos, è seduto anche lui in meditazione al Santissimo, mi avvicino, e gli dico che gli devo parlare e che lo aspetto fuori, lui mi dice che mi raggiunge in un paio di minuti. Arriva don Carlos, molto gentilmente mi fa entrare nel suo studio, mi presento, gli dico chi sono, perché faccio il pellegrinaggio, dove ho studiato, e si complimenta subito per il mio ottimo spagnolo. Subito mi ringrazio per ciò che gli sto raccontando, e mi dice che capito a pennello, in quanto lui stava scrivendo una lettera alla responsabile degli hospitaleros in Francia, lamentandosi che non vengono pellegrini, e che ha la sensazione che questi due hospitaleros li mandino via. Mi invita a leggere la e-mail che ha appena scritto, e mi invita a scrivere la mia storia, cosa che faccio molto volentieri.
Don Carlos e Christian nello studio di Don Carlos
Don Carlos mi ringrazia tantissimo, poi, visto che non so dove andare a mangiare, e mi dice che è meglio che non utilizzi la cucina, anche se la roba da mangiare è della parrocchia, e mi invita a condividere la cena con lui. Alle 22.00 circa saliamo nel suo appartamento che è sopra l’area dedicata all’albergo del pellegrino.
La gentilissima e ottima cuoca Maria Luisa
In cucina c’è Maria Luisa, una signora molto simpatica che sta preparando la cena, poi arriva anche Raul, che è prossimo al sacerdozio, gli manca un anno, poi arriva Agustin, un altro prete che si chiama Emiliano. Chiacchieriamo di tante cose, del mio pellegrinaggio in Israele, del fondamentalismo religioso, della politica spagnola, catalana, italiana.
Maria Luisa, Don Carlos, Don Emiliano, Christian, Don Agustin
Ridono troppo, che in Italia c’è sempre crisi, ma non si sa come, sempre riusciamo in Italia a vivere bene e a vendere sempre tutto! Alle 23.00 arriva una telefonata dalla Francia, la responsabile degli hospitaleros è veramente rammaricata, e invita don Carlos a porgermi le più sentite scuse e che mi invierà una lettera di scuse.
Maria Luisa, Don Raul, Don emiliano, Christian, Don Agustin
Anche don Carlos è più sereno, perché già da tanti giorni non entra nell’albergo del pellegrino, perché sentiva ostili questi due personaggi. Ci si può chiedere il perché di questo loro comportamento? È molto semplice, sono venuti qui 15 giorni per sostituire l’hospitalera incaricata, perché è in vacanza. Il lavoro dell’hospitalero è duro, bisogna svegliarsi presto, preparare la colazione, poi pulire tutto l’albergo, fare la spesa, poi accogliere i pellegrini, cucinare, stare con loro. Ovviamente meno pellegrini hai nella struttura, meno lavoro devono fare, non sono venuti con lo spirito che accomuna i volontari, sono venuti semplicemente per farsi le vacanze gratis. Non voglio pensare anche per altre ragioni economiche, come fare la cresta nelle offerte, non lo voglio assolutamente pensare. Maria Luisa, mi vuol servire della carne, ma io il venerdì non mangio carne, quindi gentilmente mi prepara un uovo fritto, e passo veramente un’ottima cena, nella bufera, posso ritenermi sempre molto protetto dall’alto. Cè anche il vino rosso, ed è strano, perché nessuno beve vino rosso. Quindi a Maria Luisa le chiedo perché c’è il vino rosso, e lei mi risponde, Christian, è la provvidenza! E io, si, è vero, io adoro il vino rosso, grazie Papà Celeste, non mi fai mancare mai di nulla! Una mia riflessione della giornata di oggi, se io non avessi lottato per difendere i miei diritti, non avrei potuto usufruire dell’albergo, della Santa Messa, e dell’ottima compagnia serale. Si sono fatte le 24.00 e vado a dormire, saluto tutti con un abbraccio e due bacioni a Maria Luisa, e tutti mi dicono che continueranno a seguire il mio viaggio attraverso del blog!
Nella vita dobbiamo lottare, il nostro rispetto inizia nel farci rispettare dagli altri. Non possiamo permettere che qualcuno ci manchi di rispetto. Per esempio la donna e l’uomo non devono permettere di essere maltrattati sia a livello fisico e sia a livello psicologico. Bisogna ribellarsi, a tutti lo dico, è una questione d’amore. Non c’e distinzione di sesso. Il cambio inizia da noi stessi. Non inizia nel non cercare di non maltrattare gli altri, inizia, nel non accettare soprusi, lì nasce l’amore per noi stessi e l’amore per gli altri. In quel momento cambia la visuale dell’altro, e non ci fa più male, vediamo il suo limite, ma non ci può più fare niente, siamo invulnerabili. Adesso vi racconto un altro fatto che vi farà sorridere. Adesso sono in un bar ne centro di Burgos, vicino alla cattedrale, e con la musica classica, sto scrivendo questo articolo. Stamattina mi sono svegliato alle 6.40. alle 7.00 mi sono alzato, ho incontrato i due hospitaleros, sembravano agnelli. Il francese neanche saluta, quindi io saluto, e gli dico che è educazione salutare! Faccio colazione e chiacchiero con una pellegrina coreana, e poi vado a fare lo zaino. Volevo trattenermi, ma un qualcosa dentro di me mi diceva di andarmene, e così ho fatto. Ho salutato gli hospitaleros, e gli ho detto, che non è la maniera di fare questo lavoro. Scendo le scale, giù ci sono gli scarponi, che ho lasciato ieri. Nel mentre che me li infilo, scende la hospitalera, con la faccia da pazza e mi di ce, loco (pazzo), io sorrido, avrei voglia di ridere tanto, scende anche il francese dietro di lei. Sono scesi di corsa, lascia immaginare spinti da un impulso incontrollabile! La francese mi butta la moneta di 20 centesimi per terra, io rido, non mi potete umiliare, vi state umiliando voi da soli, io ho già vinto la mia battaglia, l’ho vinta, io mi sono rispettato, mi sono amato, e non provo nessuna rabbia per loro, provo solo tristezza, per il loro comportamento umiliante. Sorridendo gli dico, avete finito, oggi è il vostro ultimo giorno di lavoro qui, andatevene via subito, se non volete che chiamo don Carlos, e se ne vanno via correndo per le scale, due persone di 55 anni… che vergogna. Io i 20 centesimi me li riprendo, a me non mi umilia, perché mi dovrebbe umiliare, è la conferma che io sono uscito vincitore, è la mia medaglia. L’unica cosa che loro potevano fare è cercare di umiliarmi, ma non è possibile.
"La lotta interiore"
Foto del Cid "El Campeador" Burgos
La lotta non avviene a livello di forza fisica, avviene a livello di forza interiore. La lotta interiore è importante, amiamoci, non permettiamo a nessuno di mancarci di rispetto. L’orologio del mio macbook segna le 12:37:48 è tardi… devo camminare… adesso un'ora circa per caricare il nuovo articolo e via di nuovo in cammino!
Ciao a tutti quanti, vi abbraccio da Burgos!
Christian
ENGLISH
July 30
After sleeping for only 5 hours I wake up at 7 feeling quite rested and more than ready to head to Burgos. I look around and see that Simon has also slept late like me. We prepare our backpacks and head out for breakfast to the excellent little café in Atapuerca. I feel happy today. I did not sleep much last night but I feel rested.
It is cold this morning and I am rugged up in my scarf and hat. The weather is changing and the mornings are getting colder now, with the thermostat sitting somewhere between 8-10 degrees.
After breakfast I set off walking with Barbara, but we do not walk together for too long. I explain to her that I walk faster but also that I like to be alone so that I can pray.
Every day whilst walking I like to take note of my experiences so that I can express the incredible moments and emotions to you all in my blog. But it is not always so easy and there are many days that I wish I could have shared more of my reflections with you all, but many times the thoughts just run away from you and cannot be brought back to later at night for description. One method I use to record my experiences is on my iphone. I record my thoughts in the moment and then I play them back at night when I am working on this blog. But the last few days I could not even do that. I needed silence to enjoy my moments of prayer where I am encountering great happiness. I do not want to be walking and talking. This journey is a way to be alone with ourselves, and ponder within this silence.
I think that even in our everyday lives we need moments to ourselves, to be able to sit and laugh with ourselves and at ourselves. And of course, to grab moments of silence and sit with God even if it may only be 15 minutes.
On this journey I have so many hours each day where I enjoy so much happiness and tranquillity, although ironically in the last few hours of walking it is always coupled with physical pain. My feet feel like they are made of stone by the end of the day.
Today was a little bit of a different day though. I will try to tell you a little about it. The walk itself was a difficult one as we exceeded 1060 metres above sea level. At this point I came across a large cross with a yellow arrows painted onto it. These yellow arrows are a pilgrim’s indicator showing him the way. We pilgrims follow the yellow arrows all the way to Santiago and from there we follow the blue arrows all the way to Fatima.
So after the big cross, there is a charming plateau at 800-900 metres above sea level, which is the beautiful plains of Burgos and from there you begin the descent into Burgos. I took the route into town that went the long way round, but this way I got to walk immersed under treed beside the river Arlazon.
Once in town I head to the office of tourism, to ask about the Parish hotel, which is recommended to all pilgrims by Don Jose Ignacio Logrono. Once there they tell me that there is a pilgrim hall I can stay at which has 140 beds, costs 3 euros, it is close to the cathedral and is it very nice. He then adds that the parish retreat is 20 minutes walk from here, has only 20 beds and may be full. He then added that it was only for those who are very religious. I tell him that I wish to go there because I want to spend my evening in a religious environment and that I wish to hear Mass. So he marks the parish on the map for me and I head off in that direction.
When I find it, I knock on the door ,which is opened by a Frenchman who simply stands and stares at me. I tell him that I am a pilgrim and that I seek hospitality. After a moments hesitation he lets me in. I take my shoes off and head upstairs to the beautiful lobby. The Frenchman then leads me into the kitchen and explains the daily rules of the hotel to me. He informs me that there are only 3 Korean pilgrims staying there and then hands me a piece of paper in Italian that says, at 7pm is preparation for dinner, at 7.30 is Mass, dinner is a 8, after dinner is meditation, and next morning breakfast is served between 6-8am. It also says the parish offers this hospitality to all pilgrims and that when leaving to make an offering if possible, only according to your ability and means. So after reading this I agree. The hospitalero then grabs the collection box and waves it under my nose. He insists I must put my money in immediately, as he must go shopping. I tell him that I do not understand why he is insisting on money in this manner, that his behaviour is somewhat absurd and I ask to speak to the pastor. He insists that these are the rules. I point out to him the list of parish rules which he showed me, and say that if there is no money fro dinner, maybe he should not bother making any. He continues in this way with his very bad manners and at this stage he was joined in his tirade by the other French hospitalera who was a very angry woman
I have a very strong character and I am certainly not scared off very easily in life, especially by two ridiculous characters such as these two. So I ask him what he wishes me to contribute. He replies that the contribution is of our own free will. Fine, I say. I take 20 cents and drop it into the box. As it hits the bottom we all hear the huge thud signifying the box is completely empty. I ask him if he is satisfied and he starts to rant about all the pilgrims who come here who do not offer anything and that it costs money to run the place. I calmly explain that the parish does not belong to him, it belongs to the church and that it has been made available by the church to the faithful and the needy, and that it gives unconditionally to the pilgrims. All pilgrims, and that means Catholics, Muslims, Jews, Buddhists, and atheists. I then tell him that even though he may cook dinner, I will certainly not be eating anything. I was absolutely starving though as I had not eaten any lunch that day and it was already 5 o’clock. But I would rather starve than eat under those conditions.
Then they tell me that the rules are that we have to eat what is offered. I am stunned. I tried to restrain myself at laughing out loud at the ridiculousness of this situation, and at this short stocky 55-year-old French man red faced with anger.
I tell him that I will sit at the table but that he cannot force me to eat, but at this stage he has lost any ability to understand me altogether. After twenty minutes of listening to his ranting I tell him I will talk further with him after I have seen the pastor.
I wanted to be rid of him, so I told him this was not his house, but rather it was my house as I was in a hotel for pilgrims, and that the church was the home of my Father, and as his son it was also my home.
Eventually he showed me to my room and I made my way to the bathroom, and finally to the shower and a moment of much needed peace. The hot water has regenerated my body and soul. I plan on washing my clothes and working on my blog before I go to church. In the parish I notice a lovely desk and a comfortable looking chair, so I asked the cleaner who were working at the time if I could use it to write. He replies, “yes” without hesitation and with happiness in his eyes and this fills me with such joy! I sit and start to write and he closes the door for me so that I can write in peace and quiet. Such kindness.
At 7.30 I head off to mass with plans of speaking with the priest afterwards about all that had transpired in the day. After Mass there is an exposition of the Blessed, and I am happy to keep on meditating and to spend more time with Jesus. After meditation I move to find Don Carlos and I see him sitting in meditation at the Blessed Sacrament. I make my presence felt to him and he says that he will be with me in a few moments.
Don Carlos arrives and very kindly leads me into his study. I introduce myself, and tell him a little about myself, and why I am walking on this pilgrimage. I then tell him about my experience with the two hospitaleros earlier in the day. He thanks me for what I tell him and explains that he is currently writing an email of complaint about them to the head of hospitaleros that was responsible for them, and that mentions that he was going to send them away. He invites me to read his email, then to add my personal experience underneath if I so wished.
Don Carlos was full of thanks towards me, and he then invites me to share dinner with him. So we head to his apartment where we find Maria Luisa in the kitchen preparing dinner. Soon after a young man called Raoul arrived, who was studying to be a priest, and then came Agustin and Emiliano who were both priests. We spoke of many things over dinner. My pilgrimage to Israel, religious fundamentalism, politics, and all this in Spanish, Catalan and Italian. There was a lot of laughter over the table that night.
At 11pm there is a phone call from France. It is the head of the hospitaleros apologising for what has occurred over the last few days and says that he will be sending a letter of apology. This seems to give Don Carlos some peace, as for so many days there were no pilgrims coming to the parish hotel because of the hostility of these two characters.
It is now midnight and I say goodnight to all with a big hug and kisses for Maria Luisa, and everyone tells me they will continue to follow my journey through my blog
I briefly reflect on my day thus far. Had I not fought for my rights earlier in the day I would not have been able to take enjoy the beautiful hospitality of the Parish hotel, and the excellent company I shared this evening.
In life we must fight, and respect for ourselves begins in the respect we share and exchange with others. We cannot let other people disrespect us. Both men and women should not allow themselves to be abused, both physically and psychologically. It is a question of how we express love and that change starts with ourselves. It is not only about not abusing others but also about not accepting abuse onto yourself, and that is where love for not only ourselves but love for everyone else is born.
Now I will tell you something that will make you smile. I am sitting in a bar near the centre of Burgos just nearby the cathedral, listening to classical music as I write this article. This morning I woke early, and was on my way by 7 am. On the way out I passed the two French hospitaleros and they seemed like scared little lambs. The even greeted me so I wished them a good morning and told them that education is a very good thing. I had breakfast with a Korean pilgrim and then I grabbed my backpack and headed for the door. An inner voice was telling me it was time to leave. So I head down stairs and grab my boots, which were sitting waiting for me exactly where I had left them, when suddenly the hospitalera runs towards me with the face of a crazy woman, and the other hospitalero not far behind her. Driven by some crazy impulse they threw the 20 cents at my feet.
I laughed at this action. They were trying to humiliate me but they only humiliated themselves. I had already won my battle. I felt no anger towards them, just sadness for them and their embarrassing behaviour. I smile at them and tell them that today is their last day of work here at the parish, and that they should head off as soon as possible otherwise they would have Don Carlos to deal with.
It is such a shame that such behaviour comes from two people of 55 years of age, who tried to rebuke me with a 20 cent coin.
This fight was not at the level of Physical force, but rather it was a fight of inner strength. And this inner struggle is the most important struggle there is.
Let us love each other, rather than disrespect each other.
Now I must be on my way again as the road calls. I send a big greeting to everyone from Burgos. I embrace you all.
Christian
ENGLISH
July 30
After sleeping for only 5 hours I wake up at 7 feeling quite rested and more than ready to head to Burgos. I look around and see that Simon has also slept late like me. We prepare our backpacks and head out for breakfast to the excellent little café in Atapuerca. I feel happy today. I did not sleep much last night but I feel rested.
It is cold this morning and I am rugged up in my scarf and hat. The weather is changing and the mornings are getting colder now, with the thermostat sitting somewhere between 8-10 degrees.
After breakfast I set off walking with Barbara, but we do not walk together for too long. I explain to her that I walk faster but also that I like to be alone so that I can pray.
Every day whilst walking I like to take note of my experiences so that I can express the incredible moments and emotions to you all in my blog. But it is not always so easy and there are many days that I wish I could have shared more of my reflections with you all, but many times the thoughts just run away from you and cannot be brought back to later at night for description. One method I use to record my experiences is on my iphone. I record my thoughts in the moment and then I play them back at night when I am working on this blog. But the last few days I could not even do that. I needed silence to enjoy my moments of prayer where I am encountering great happiness. I do not want to be walking and talking. This journey is a way to be alone with ourselves, and ponder within this silence.
I think that even in our everyday lives we need moments to ourselves, to be able to sit and laugh with ourselves and at ourselves. And of course, to grab moments of silence and sit with God even if it may only be 15 minutes.
On this journey I have so many hours each day where I enjoy so much happiness and tranquillity, although ironically in the last few hours of walking it is always coupled with physical pain. My feet feel like they are made of stone by the end of the day.
Today was a little bit of a different day though. I will try to tell you a little about it. The walk itself was a difficult one as we exceeded 1060 metres above sea level. At this point I came across a large cross with a yellow arrows painted onto it. These yellow arrows are a pilgrim’s indicator showing him the way. We pilgrims follow the yellow arrows all the way to Santiago and from there we follow the blue arrows all the way to Fatima.
So after the big cross, there is a charming plateau at 800-900 metres above sea level, which is the beautiful plains of Burgos and from there you begin the descent into Burgos. I took the route into town that went the long way round, but this way I got to walk immersed under treed beside the river Arlazon.
Once in town I head to the office of tourism, to ask about the Parish hotel, which is recommended to all pilgrims by Don Jose Ignacio Logrono. Once there they tell me that there is a pilgrim hall I can stay at which has 140 beds, costs 3 euros, it is close to the cathedral and is it very nice. He then adds that the parish retreat is 20 minutes walk from here, has only 20 beds and may be full. He then added that it was only for those who are very religious. I tell him that I wish to go there because I want to spend my evening in a religious environment and that I wish to hear Mass. So he marks the parish on the map for me and I head off in that direction.
When I find it, I knock on the door ,which is opened by a Frenchman who simply stands and stares at me. I tell him that I am a pilgrim and that I seek hospitality. After a moments hesitation he lets me in. I take my shoes off and head upstairs to the beautiful lobby. The Frenchman then leads me into the kitchen and explains the daily rules of the hotel to me. He informs me that there are only 3 Korean pilgrims staying there and then hands me a piece of paper in Italian that says, at 7pm is preparation for dinner, at 7.30 is Mass, dinner is a 8, after dinner is meditation, and next morning breakfast is served between 6-8am. It also says the parish offers this hospitality to all pilgrims and that when leaving to make an offering if possible, only according to your ability and means. So after reading this I agree. The hospitalero then grabs the collection box and waves it under my nose. He insists I must put my money in immediately, as he must go shopping. I tell him that I do not understand why he is insisting on money in this manner, that his behaviour is somewhat absurd and I ask to speak to the pastor. He insists that these are the rules. I point out to him the list of parish rules which he showed me, and say that if there is no money fro dinner, maybe he should not bother making any. He continues in this way with his very bad manners and at this stage he was joined in his tirade by the other French hospitalera who was a very angry woman
I have a very strong character and I am certainly not scared off very easily in life, especially by two ridiculous characters such as these two. So I ask him what he wishes me to contribute. He replies that the contribution is of our own free will. Fine, I say. I take 20 cents and drop it into the box. As it hits the bottom we all hear the huge thud signifying the box is completely empty. I ask him if he is satisfied and he starts to rant about all the pilgrims who come here who do not offer anything and that it costs money to run the place. I calmly explain that the parish does not belong to him, it belongs to the church and that it has been made available by the church to the faithful and the needy, and that it gives unconditionally to the pilgrims. All pilgrims, and that means Catholics, Muslims, Jews, Buddhists, and atheists. I then tell him that even though he may cook dinner, I will certainly not be eating anything. I was absolutely starving though as I had not eaten any lunch that day and it was already 5 o’clock. But I would rather starve than eat under those conditions.
Then they tell me that the rules are that we have to eat what is offered. I am stunned. I tried to restrain myself at laughing out loud at the ridiculousness of this situation, and at this short stocky 55-year-old French man red faced with anger.
I tell him that I will sit at the table but that he cannot force me to eat, but at this stage he has lost any ability to understand me altogether. After twenty minutes of listening to his ranting I tell him I will talk further with him after I have seen the pastor.
I wanted to be rid of him, so I told him this was not his house, but rather it was my house as I was in a hotel for pilgrims, and that the church was the home of my Father, and as his son it was also my home.
Eventually he showed me to my room and I made my way to the bathroom, and finally to the shower and a moment of much needed peace. The hot water has regenerated my body and soul. I plan on washing my clothes and working on my blog before I go to church. In the parish I notice a lovely desk and a comfortable looking chair, so I asked the cleaner who were working at the time if I could use it to write. He replies, “yes” without hesitation and with happiness in his eyes and this fills me with such joy! I sit and start to write and he closes the door for me so that I can write in peace and quiet. Such kindness.
At 7.30 I head off to mass with plans of speaking with the priest afterwards about all that had transpired in the day. After Mass there is an exposition of the Blessed, and I am happy to keep on meditating and to spend more time with Jesus. After meditation I move to find Don Carlos and I see him sitting in meditation at the Blessed Sacrament. I make my presence felt to him and he says that he will be with me in a few moments.
Don Carlos arrives and very kindly leads me into his study. I introduce myself, and tell him a little about myself, and why I am walking on this pilgrimage. I then tell him about my experience with the two hospitaleros earlier in the day. He thanks me for what I tell him and explains that he is currently writing an email of complaint about them to the head of hospitaleros that was responsible for them, and that mentions that he was going to send them away. He invites me to read his email, then to add my personal experience underneath if I so wished.
Don Carlos was full of thanks towards me, and he then invites me to share dinner with him. So we head to his apartment where we find Maria Luisa in the kitchen preparing dinner. Soon after a young man called Raoul arrived, who was studying to be a priest, and then came Agustin and Emiliano who were both priests. We spoke of many things over dinner. My pilgrimage to Israel, religious fundamentalism, politics, and all this in Spanish, Catalan and Italian. There was a lot of laughter over the table that night.
At 11pm there is a phone call from France. It is the head of the hospitaleros apologising for what has occurred over the last few days and says that he will be sending a letter of apology. This seems to give Don Carlos some peace, as for so many days there were no pilgrims coming to the parish hotel because of the hostility of these two characters.
It is now midnight and I say goodnight to all with a big hug and kisses for Maria Luisa, and everyone tells me they will continue to follow my journey through my blog
I briefly reflect on my day thus far. Had I not fought for my rights earlier in the day I would not have been able to take enjoy the beautiful hospitality of the Parish hotel, and the excellent company I shared this evening.
In life we must fight, and respect for ourselves begins in the respect we share and exchange with others. We cannot let other people disrespect us. Both men and women should not allow themselves to be abused, both physically and psychologically. It is a question of how we express love and that change starts with ourselves. It is not only about not abusing others but also about not accepting abuse onto yourself, and that is where love for not only ourselves but love for everyone else is born.
Now I will tell you something that will make you smile. I am sitting in a bar near the centre of Burgos just nearby the cathedral, listening to classical music as I write this article. This morning I woke early, and was on my way by 7 am. On the way out I passed the two French hospitaleros and they seemed like scared little lambs. The even greeted me so I wished them a good morning and told them that education is a very good thing. I had breakfast with a Korean pilgrim and then I grabbed my backpack and headed for the door. An inner voice was telling me it was time to leave. So I head down stairs and grab my boots, which were sitting waiting for me exactly where I had left them, when suddenly the hospitalera runs towards me with the face of a crazy woman, and the other hospitalero not far behind her. Driven by some crazy impulse they threw the 20 cents at my feet.
I laughed at this action. They were trying to humiliate me but they only humiliated themselves. I had already won my battle. I felt no anger towards them, just sadness for them and their embarrassing behaviour. I smile at them and tell them that today is their last day of work here at the parish, and that they should head off as soon as possible otherwise they would have Don Carlos to deal with.
It is such a shame that such behaviour comes from two people of 55 years of age, who tried to rebuke me with a 20 cent coin.
This fight was not at the level of Physical force, but rather it was a fight of inner strength. And this inner struggle is the most important struggle there is.
Let us love each other, rather than disrespect each other.
Now I must be on my way again as the road calls. I send a big greeting to everyone from Burgos. I embrace you all.
Christian
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2 comments:
Bravo per te!!!!!!!!!!!!!! sono Aida la signorina del ufficcio di turismo di Burgos. Dove sei adesso? Ti auguro un buon camino!!!!
Ciao Aida, adesso sono a Fromista!
Sono contento che ti piaccia il blog! Cerco volontari prt tradurre alcune pagine in castellano! Fammi sapere, la mia email È: christianzanon@hotmail.com