Thursday, 22 July 2010
11:03 | Posted by
Christian
È l'alba di un nuovo giorno
Oggi vengo svegliato da Victor alle 05.00 in punto, glielo avevo chiesto ieri, così che anche oggi potessi partire presto. Scendo le scale e facciamo colazione insieme, con un ottimo yogurt stile greco, che mi ricorda l’anno in cui ho vissuto a Leeds in Inghilterra, ne super market inglese, vendevano lo yogurt stile greco, fantastico!
Victor e Carmina alla sinistra un pellegrino francese alla destra la mattina nel rifugio di Sangüesa
Esco dall’albergo del pellegrino alle 6.00, e ne approfitto per fare varie foto al paese e al paesaggio, con la luce del sol nascente. Il cammino oggi è abbastanza duro. Una delle cose più interessanti che trovo è la fonte di San Francesco, che è stata costruita nel XVIII secolo per ricordare il passaggio del Santo.
Il fiume che attraversa Sangüesa, fotografato all'alba.
Mi aspettano 22km prima di incontrare un centro abitato. Il cammino è scosceso, salite e discese, che lo rendono particolarmente faticoso.
Il cammino
Alle 9.00, decido di fare una pausa, e immerso nella naturalezza, mangio un po’ di frutta. Riprendo il cammino fino ad arrivare a Izco. A Izco mi riposo, mi mangio un gelato col biscotto, scambio due chiacchiere con una pellegrina austriaca.
La pausa
Oggi le riflessioni le ho fatte su come molte persone, mi dicano che non vanno in chiesa perché non credono nei preti. Come si possono fare simili affermazioni mi chiedo. Cosa vuol dire credere nei preti? Chi sono i preti perche dovremmo credere in loro? C’è una grande distorsione della realtà. La realtà è che esiste Dio, che attraverso Gesù ha fondato la chiesa con Pietro. La chiesa è come noi, in cammino. Nel mondo ci sono persone buone e persone non buone, nella chiesa ci sono persone buone, sante, e persone che hanno perso il cammino, o che forse non l’hanno mai cercato, e che si macchiano di colpe gravi. Ma noi, non siamo qui per giudicare gli altri, ognuno di noi deve guardare il proprio cammino. Se una persona butta l’immondezza per terra, manca di rispetto a se stesso e alla collettività. Se vogliamo cambiare il mondo iniziamo noi a non buttare l’immondezza nella strada, non ha senso giudicare l’altra persona, o buttare l’immondezza anche noi perché tanto lo fanno tutti, non cambieremo mai il mondo così. Quindi, nel caso della chiesa, pensiamo al nostro cammino, l’abito si sa, non fa il monaco. I sacerdoti, sono delle persone che studiano teologia, filosofia, alcuni psicologia, e che ci dovrebbero aiutare nel cammino della fede. Ovviamente sta anche a noi cercare sacerdoti che possano essere custodi della nostra fiducia. Ci sono tanti sacerdoti in gamba, e le mele marce sono sempre esistite, esistono e sempre esisteranno, finché esisterà l’uomo, essere imperfetto. Il nostro dovere di cristiani, è perdonare le debolezze altrui. Attraverso il perdono, possiamo amare. Ciò vale sopratutto per noi stessi, se non siamo capaci di perdonarci alcune mancanze, significa che non riusciamo ad amarci, significa che ci condanniamo a soffrire. La sofferenza spesso è causata da noi stessi. Qui vi è un punto importante, la confessione.
La fonte di San Francesco, per ricordare il passaggio del Santo.
La confessione è importante, affinché vi sia la riconciliazione con Dio. Ma vi è anche una base psicologica e spirituale importantissima. Noi dobbiamo accettare i nostri limiti, perdonarli, è lì dove inizia l’amore, prima verso di noi e dopo verso gli altri. Quindi stare nella chiesa, essere praticanti, prevede la confessione, la messa ogni domenica, e seguire i 10 comandamenti. La messa è molto importante, io sento che Dio ci tiene molto, e non mi costa tanto, sono circa un 45 minuti a settimana. Questo, è credere in Dio, e noi dobbiamo credere in Lui e in nessun altro. Il fatto, che chi è stato preposto per aiutarci in questo cammino, a volte sono persone che si sono perse, ciò non è una giustificazione per allontanarsi da Dio, è solamente un meccanismo di difesa vigliacco, per non mettersi in discussione, per non camminare. È meglio contestare, accusare, che guardarsi dentro. Ognuno di noi è libero di scegliere se essere felice o no. La vita non è semplice per nessuno, di sicuro, l’amore può aiutarci a vivere con maggior serenità la vita, con maggior ottimismo, con maggior forza. Gli stessi problemi, affrontati con uno spirito differente possono essere molto più leggeri, o vissuti come una fortuna. Noi possiamo cambiare la nostra vita, non è cambiando la vita, ma la maniera di affrontarla, di viverla. Uno dei grandi miracoli è il perdono. Con il perdono noi possiamo iniziare una nuova vita, una vita dove il passato è cancellato. Questo cammino va fatto insieme a Dio, in due, Dio perdona noi, noi perdoniamo noi stessi. Il perdonare si estende anche agli altri.
I fiori che ornano il cammino del pellegrino!
Molto spesso, alcune sofferenza sono causate da altre persone, che per vari motivi, possono causarci gravi sofferenze. Il saper perdonare, è duale, cioè abbiamo la necessità di perdonare il prossimo per il male causato, e perdonare noi stessi per permettere che al prossimo di causarci la sofferenza. Il perdonare non significa permettere agli altri di continuare ciò ci causa un danno, qui mancherebbe l’amore per noi stessi. Mi sono soffermato molto sul punto del perdono e della confessione perché le considero alcune delle chiavi della felicità.
Anche la terra senza l'acqua si inaridisce.
Dio è come l’acqua, indispensabile per la vita. Qui concludo, a voi le vostre più opportune riflessioni. Oggi il cammino è stato particolarmente duro, soprattutto a causa del sole, a ogni fontana che incontravo, mi bagnavo la testa e il capello!
Finalmente alle 14.50, arrivo a Monreal, dopo 28km di cammino, una cittadina con un 550 abitanti circa, molto carina. Ciò che mi attrae l’attenzione, sono i balconi pieni di fiorellini rossi, che rendono accogliente l’entrata in questa nuova tappa. Cerco l’albergo per il pellegrino, è molto accogliente.
Mi faccio una doccia, lavo la roba, e mi riposo un’oretta, ho un polpaccio rigido, e dei piccoli crampi. Verso le 18.00 mi sveglio, vado a comprare un po’ di cibo per la cena e per la colazione, porto tutto nel rifugio, e vado in un bar della parrocchia, a scrivere un po’, nel mentre mangio un pincho (una porzione) di tortilla e sorseggio un bicchiere di vino rosso. Alle 19.50, pago e vado nella casa parrocchiale a lato del bar, dove alle 20.00 viene celebrata la messa. Entro dentro una sala piccola, dove vi è un altare e delle sedie messe al lato delle pareti. Sedute già ci sono una decina di signore, che chiacchierano in attesa dell’inizio della celebrazione della Santa Messa.
Vi è anche il sacerdote, con cui scambio due battute, mi chiede da dove arrivo, gli dico che sono italiano, e quindi mi dice che farà la benedizione in italiano. Inizia la messa, sto bene, è un ambiente molto familiare e raccolto.
Dopo la comunione, sono tutti seduti, e il sacerdote i chiama, mi fa alzare in piedi, perché mi vuole dare la benedizione del pellegrino che recita in italiano. Io ho già ricevuto la benedizione del pellegrino a Jaca, per cui, penso a tutti voi che seguite il cammino con me attraverso del Blog, e quindi chiedo al Signore, che questa benedizione cada su di voi, perché anche voi siete dei pellegrini, virtuali, ma pellegrini, che ogni giorno accendete il computer e vi collegate, che ci rimanete male se per problemi di linea, non ho potuto mettere on line la descrizione della mia giornata. Leggete, vivete le mie emozioni, siete con me ogni giorno, perché sono nei vostri pensieri, e adesso, avete anche ricevuto la benedizione del pellegrino! Dopo la messa, arriva un temporale fortissimo, che mi blocca per un 15 minuti, per cui scambio alcune chiacchere con il sacerdote. Mi dice cosa faccio e gli dico che sono psicologo. Quindi lui mi racconta che ha 74 anni ed è come se fosse psicologo, ha un incarico nel tribunale della sacra rota, e mi racconta di tanti matrimoni che si annullano per immaturità. Mi dice che la gente non capisce il significato del matrimonio, e che sarebbe meglio che convivessero. Allora io gli chiedo, ma non è permesso convivere, lui mi risponde che non è permesso, e a chi convive, è vietata la comunione e la confessione. Fortunatamente una ragazza gentilmente, con un ombrello mi accompagna fino al rifugio, dove ceno e scrivo. Finisco di scrivere alle 00.30. Oramai anche i pellegrini che da diversi giorni ci rincontriamo nei rifugi, sanno del blog, sanno che scrivo per la notte, sono interessati e mi chiedono l’indirizzo web, perché vogliono seguirlo anche loro!
Un abbraccio a tutti,Christian
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2 comments:
Un senso di pace mi è arrivato da quella benedizione e dal tuo racconto!!
Ciao, sono felice del senso di pace che hai ricevuto,grazie per averlo scritto! un abbraccio, Christian.