Benvenuto! - Welcome! - ¡Bienvenido!

Questo Blog è stato aperto inizialmente con l'idea di supporto al pellegrinaggio da Lourdes a Fatima a piedi. Dopo aver aperto il Blog, ho pensato che può essere un mezzo con il quale condividere nella web la mia vita, i miei pensieri.

Este Blog ha sido abierto inicialmente con la idea de apoyar el peregrinaje desde Lourdes hasta a Fatima a pie. Después de haber comenzado el Blog, he pensado que podría ser un medio con el cual compartir mi vida y mis pensamientos en la web .

I've opened this Blog with the idea to support the pilgrimage from Lourdes to Fatima on foot. After opening the Blog, I thought it could be a good medium for sharing my life and my thoughts.
Tuesday 24 August 2010
Ciao Cristian, spero che tu stia bene, come mai non scrivi piu', forse sei un po' stanco? Attendo con ansia che tu riprenda il racconto del tuo cammino, per me vuol dire moltissimo. . Scusami, non voleva essere un rimprovero! E' come quando aspetti un amico, che non arriva mai. Grazie a te sto' imparando che con poco si puo' vivere; nel Nome del Signore e con poco si puo'anche essere felice. Ti mando un abbraccio fortissimo, sperando che ti dia un po piu' di carica. Ciao a presto. Franca Maria  ( TI DO' IL COMNSENSO A SCRIVERE IL MIO, NOME SUL BLOG SE TI FA PIACERE)

Ciao Franca,

mi dispiace che non sto scrivendo,
ho bisogno di un po di tempo, voglio scrivere qualcosa di diverso, voglio vivere le emozioni e trascriverle senza il bisogno di fare una telecronaca.

Un abbraccio Franca,

Christian
Wednesday 11 August 2010
Carissimi lettori, sicuramente vi siete resi conto che ci sono dei ritardi nella pubblicazione degli articoli. Me ne rammarico, molto, ma vi volevo rassicurare tutti. Il problema è nel cambio del ritmo che ha subito il cammino, siete nel mio cuore tutti i giorni, per cui,  ai  lettori affezionati chiedo un po' di pazienza. Adesso siamo ad Astorga e siamo in cammino verso Rabanal del Camino, lì speriamo di essere accolti da un monastero Benedettino e chiedere ospitalità per un paio di giorni, così potrò aggiornare il blog, e pubblicare le pagine mancanti. Grazie per la pazienza e per seguire il cammino, è come se voi tutti foste qui. 

Volevo cogliere l'occasione per ringraziare  i collaboratori esterni del blog, mia sorellina Federica, che mi aiuta nella revisione dei testi in lingua italiana, Patricia da Valladolid, per l'aiuto nella traduzione dei testi in Spagnolo, Susan che dall'Australia si sta occupando della traduzione dei testi in lingua Inglese. Ringrazio Tere, dalla Cataluña, per la sua disposizione alla traduzione dei testi in lingua Spagnola. 

Inoltre chiedo, se vi è qualcuno che voglia aiutare nelle traduzioni in Inglese e Spagnolo, o altre lingue, è il benvenuto.

Le traduzioni, avvengono ovviamente dopo la pubblicazione degli articoli in italiano, per cui, chi li voglia leggere in un'altra lingua, deve attendere alcuni giorni.

Un abbraccio a tutti dal cammino!

Astorga, 11 agosto 2010



Queridos lectores, seguramente os habéis dado cuenta de que hay retrasos en la publicación de los artículos. Lo lamento mucho. Este artículo servirá para tranquilizar a todo el mundo. El motivo i problema está en el cambio de ritmo que sufre mi viaje. Todos mis seguidores virtuales están en mi corazón cada día, por lo tanto, os pido un poco de paciencia.

Ahora estamos en Astorga y vamos hacia Rabanal del Camino, allí nos espera un monasterio benedictino con su hospitalidad durante un par de días. Entonces podré actualizar el blog y publicar los artículos que faltan. Gracias por la paciencia y por seguir la ruta conmigo. Siento que todos están conmigo.

Quería aprovechar esta oportunidad para dar las gracias a mis colaboradores externos a blog. Mi hermana pequeña Federica, que me ayuda en la revisión de los textos en italiano. Patricia de Valladolid, por su ayuda en la traducción de los textos en español. Susan que desde Australia está cuidando de la traducción de textos en inglés. Muchas gracias Tere, desde Cataluña, por tu traducción de los textos disponibles en español.

Si hay alguien que quiera ayudar en las traducciones en inglés y español, o en otros idiomas, me sentiré agradecido y será bienvenido.

Las traducciones se realizan, naturalmente, después de la publicación de los artículos en inglés, por lo tanto, aquellos que quieran leer en otro idioma, deberán esperar unos días.

Un abrazo para todos desde el camino!

Astorga, 11 de agosto de 2010
Tuesday 10 August 2010
  Un monumento al pellegrino

Anche oggi mi sveglio verso le 06.40, è normale, qui negli alberghi si dorme nelle camerate,e la maggior parte delle persone si alza verso le 05.00, da quell’ora è un viavai di persone che prepara gli zaini, e inesorabilmente fa rumore, e alla fine tutti si svegliano. Alle 7.30 sono già giù nella cucina facendo colazione, e appena finito, prendo lo zaino e mi metto in marcia. C’è freddo la mattina, e la felpa fa veramente piacere. 



Il cammino non presenta difficoltà, è in rettilineo con la strada statale. Dopo due ore arrivo a Villarmentero de Campos e mi fermo per comprare un gelato. 
Qui incontro sedute in una panca due capre! Pensavo fossero finte, poi si sono messe a belare, e mi sono spaventato! E chi pensava mai di trovare due capre sedute su una panca! Mi siedo, e con le capre al fianco  mangio un gelato col biscotto! 

Le capre!

Qui conosco il titolare del bar, ho visto delle tende indiane dietro il bar che mi hanno incuriosito, gli chiedo informazioni, e mi dice che le ha adibite per i pellegrini desiderosi di dormire in una tenda indiana per 5 euro a posto letto. 





Dopo essermi riposato, mi rimetto in marcia, arrivo a Carrión de Los Condes circa alle 16.00. Per primo vado nel rifugio di Santa Clara, entro e sento uno hospitalero che caccia via di malo modo un pellegrino, che io conosco (aveva dormito nella mia stessa camerata a Fromista,)è un uomo di circa 55 anni. Metto un nome d’invenzione, Matteo e non scrivo la nazionalità. Al principio non capisco questa maleducazione dell’hospitalero, Matteo è un uomo gentile, lo avevo incontrato anche in un bar durante il cammino. Non intervengo con l’hospitalero perché il rifugio è completo, non ha senso adesso sprecare energie e rafforzare l’umiliazione che ha subito Matteo, gli dico di non preoccuparsi, perchè ci sono altri rifugi, e sicuramente l’hospitalero aveva il mal di pancia! Arriviamo in piazza, ma il rifugio parrocchiale è chiuso, andiamo quindi al monastero Santu Espiritu. 

 Monastero Santu Espirito

Qui è pieno, ma le suore ci accolgono con una grande gioia, e fanno in modo di darci alcuni materassi che sistemiamo in un corridoio. C’è una coppia, penso sia inglese, ma decide di andarsene, quindi rimango io con Mattia. È arrivata anche con Sabrina e Caterina, due ragazze sarde, che volevano fare il cammino insieme a me, ma purtroppo io ancora non sono arrivato a León, e di lí che loro partono perché non hanno tanto tempo, per cui decidono di iniziare il cammino sole.


Le suore sono molto contente, le osservo, e mi chiedo: perché sono così felici? cosa le motiva a darsi così da fare per darci un posto letto?. Sarà forse la missione che hanno scelto nella vita? Sono curioso, e sono contento di questa grande accoglienza. Mi chiedono di seguirle, sono bassottine e anziane, e mi portano al primo piano, dove ci sono dei materassi. Io ne prendo due, mentre Mattia uno. Appena sistemato nel corridoio affidatoci, chiudono tutte le porte e diventa una stanza. Consegno le credenziali alle suore, e qui mi chiedono 7 euro. In quel momento ho capito cosa le motivava e le rendeva così felici, si, i 7 euro a posto letto! Non fa niente, anche se io comunque non sono d’accordo che le istituzioni religiose approfittino dei pellegrini, proprio loro che dovrebbero incentivare e aiutare il pellegrinaggio.
Vado dove ho sistemato lo zaino, e metto il sacco a pelo nel letto, rendendomi conto che c’è una puzza incredibile. Mi avvicino a Mattia e capisco da dove arriva l’odore. All’inizio penso cosa fare, e come comunicarlo con tatto a Mattia. Quindi mi avvicino a lui, e gli dico che, molto probabilmente, l’hospitalero precedente, ha sentito un odore brutto, e si è innervosito, e con tatto gli dico che deve cambiarsi e farsi una bella doccia. Non è offeso, mi guarda come un bambino ubbidiente. Mi dice che va bene, vedo che va a lavarsi senza roba di ricambio, allora lo chiamo, e gli dico che deve cambiarsi. Cerca dallo zaino degli indumenti puliti, ha quasi tutti i vestiti sporchi, fortunatamente trova un paio di jeans e una maglietta. Così gli consiglio di prendersi tutta la roba sporca e di metterla in una bacinella per lavarla. Anch’io vado a fare la doccia, ma nel bagno dove vado io, non c’è acqua calda,  vado in un altro bagno, dove c’è Mattia e mi dice che l’acqua è bella calda. Quindi io prendo tutte le mie cose, un pellegrino tra l’altro mi da una bottiglia di shampoo e di sapone, e mi dice che è a disposizione del pellegrino, lasciato da qualcuno, che forse aveva troppo peso nello zaino. Quindi vado nel bagno dove c’è Mattia, e inizio a farmi la doccia. Nella doccia affianco c’è Mattia, e mi viene il sospetto che si stia facendo la doccia senza sapone, quindi lo chiamo, i muri non arrivano al soffitto, quindi si può parlare senza problemi. Il mio sospetto è reale, quando gli chiedo se ha il sapone e lo shampoo mi dice di no quindi glieli passo e gli dico che li può tenere. Finalmente è pulito, e diligentemente va a lavare gli indumenti con lo shampoo che gli ho dato.
Qui ci sono, due ragazze tedesche che fanno il pellegrinaggio con due asini!

Gli asini delle pellegrine tedesche a Carrión de los Condes.


Sono molto soddisfatto per Mattia, sono riuscito a spiegargli che doveva pulirsi, non è stato semplice, lo avrei potuto isolare, ma non sarebbe stato un comportamento cristiano. Avevo paura che si potesse offendere, invece no, Mattia si è sentito amato, e il suo sguardo adesso è diverso, contento. Osservo anche che ha delle ferite ai piedi molto vistose, che non si è curato, quindi lo invito ad andare dalle suore per chiedere se gliele possono curare, ma lo mandano al centro medico che si trova a lato del monastero. Torna dopo un po’, con tutte le ferite fasciate, il medico gli prescrive gli antibiotici perché ha una forte infiammazione, e gli consiglia uno stop di tre giorni nella camminata.



Ciò che è successo con Mattia, mi ha fatto riflettere molto, avevo paura che si potesse offendere, ma io glielo dovevo dire, altrimenti avrebbe rischiato di restare isolato da tutti. In buona sostanza non  bisogna mettere al margine una persona un po’ diversa  bisogna invece, rispettandone la sensibilità , cercare di avvicinarsi e dire ciò che non va in modo costruttivo e non distruttivo. Oramai è tempo di dormire! Non posso scrivere niente oggi perché non c’è una presa elettrica!
Un abbraccio a tutti quanti, un altro giorno è passato!


Una foto e un pensiero da parte di Manu, dalla Sardegna, 
che ho ricevuto via e-mail, e che condivido con tutti i lettori del blog.
Grazie di cuore Manu!
By Christian!

ti mando una foto del mio cammino quotidiano....un cammino piu stanziale sotto l aspetto fisico...ma sempre molto dinamico a livello emozionale....


un gemelleggio di foto del tuo cammino con una mia foto del mio... se vuoi puoi inserirla sul tuo blog.... scrivendo che qualcuno che ti segue appassionatamente ha voluto mandartela per sentirsi un po parte del viaggio verso SANTIAGO


abbraccio






Friday 6 August 2010

Ogni giorno non metto la sveglia, ma regolarmente, mi sveglio prima delle sette, oggi mi sono svegliato alle 06.15 circa, cerco di dormire ancora un po’ anche perché Géraldine serve la colazione allle 07.00. Alle 06.43, decido di alzarmi, e dopo un po’ arriva Géraldine e facciamo colazione. Oggi alle 08.30 c’è la messa al monastero di Santa Clara, e io voglio andarci. Nathanaël mi dice che vuol venire con me. Io, Quim e Nathanaël ci mettiamo in cammino, viene anche Géraldine, perché deve andare al paese, Io e Quim camminiamo rapidi, per arrivare al monastero, dobbiamo andare oltre il cammino, Quim dovrebbe quindi porseguire sulla destra, ma lo convinco ad ascoltare  la messa.

  Il Monastero di Santa Clara

Arriviamo in chiesa, ma Nathanaël non arriva. Qui ci sono le monache di clausura, infatti il sacerdote, celebra la messa  dietro una gratta. Ci sono dei bellissimi canti intonati dalle monache, l’atmosfera è molto intima, di pace, di grande serenità. Arriva il momento della comunione, il sacerdote dà la comunione prima alle monache, attraverso  una finestra. Io scatto alcune foto, però non voglio disturbare l’intimità che aleggia, e le scatto senza flash, utilizzando come base d’appoggio, per non farle uscire sfocate, il banco dove sono seduto.




Dopo la messa c’è l'esposizione al Santissimo, rimango in meditazione e poi esco, Quim è già fuori che mi aspetta. Fuori incontriamo delle signore anziane, anche loro hanno assistito alla celebrazione della messa, e mi chiedono se ho fatto delle foto al Santissimo, dico loro no, perché non volevo disturbare, e poi fotografare il Santissimo, mi sembra una mancanza di rispetto verso Gesù. Loro insistono, perché l’esposizione è molto particolare, si spengono tutte le luci della chiesa, e accendono delle candele che illuminano da tre angolazioni diverse il Santissimo. La scena è molto pittoresca, scatto alcune foto, ma senza flash, dovrei mettere il cavalletto, ma è complicato, ce l’ho dentro lo zaino, quindi faccio tre foto, ma non escono bene, e poi, mi da fastidio fotografare il Santissimo, lo considero un qualcosa di intimo, che non si può fotografare. Esco dalla chiesa, e con Quim ci rimettiamo in cammino e salutiamo le tre simpatiche signore. Il cammino è in salita, Quim ha il passo più lungo, e quando arriviamo in cima, gli dico di andare pure, ognuno nel cammino ha il proprio passo, e deve seguire il suo, a meno che non si sia una coppia, in quel caso, bisogna imparare a procedere con lo stesso passo, e camminare insieme.



Nella cima della salita, incontro anche Nathanaël, il ragazzo canadese del Quebec, lui ha deciso di fermarsi di più, vuole scrivere e leggere un po’.
Da qui si gode di un panorama incredibile, ci sono delle panche e una copertura che permette di ripararsi dal sole, ma oggi il cielo è grigio, e non c'è bisogno.



Nathanaël ha nello zaino  5, 6 libri, legge molto, scrive, e medita. È un ragazzo alto 2 metri, che fa sentire un po’ piccolo  chi gli sta vicino, in compenso è molto simpatico, anticonformista, non cammina con gli scarponi, anche se li ha nello zaino, dice che preferisce camminare con le giapponesine!
Quim è già partito, Nathanaël si ferma, e io decido di partire.

 La Ermita di San Nicola

Dopo alcuni km incontro la Ermita di San Nicola del XIII secolo, ristrutturata dalla Confraternita Italiana di San Jacopo con sede in Perugia.

 La Ermita di San Nicola

La ermita è priva di elettricità, gli Hospitaleros preparano una cena, per i pellegrini, prima però c’è la lavanda dei piedi, gli hospitaleros lavano i piedi ai pellegrini.



Dopo generalmente si va a letto e il giorno dopo preparano la colazione. Io arriva intorno alle dodici, la porta è aperta, entro e mi rendo conto di conoscere già l’ermita, perché c’ero stato cinque anni fa nel precedente pellegrinaggio. Ho un brutto ricordo: l’hospitalero dell’epoca aveva qualcosa di mancante, che lo accomunava a quelli che arrivano dall’associazione di Madrid.



Entro, e faccio delle foto, vedo una signora seduta, è l’hospitalera. La saluto in italiano con un buongiorno. Lei risponde freddamente. Io ignaro continuo a fotografare, perché l’ermita merita di essere conosciuta anche da chi semplicemente mi segue sul blog perché non può essere lì. Vorrei un caffè per parlare un po’ per capire il motivo di questa freddezza di questa indifferenza alle persone. Non posso accettare. Lei è restia, poi cede. Ci presentiamo e gli dico di essere giá stato lì. Lei mi dice che non è semplice una esistenza così, anzi un lavoro così. È da quindici anni che fa la hospitalera e non è facile fare questo mestiere. Poi per caso esco con suo marito a fare una chiacchierata dopo la cena che, gentilmente e su insistenza, accetto che mi venga offerta. Mi siedo vicino all’altare, il pranzo non è ancora iniziato. Nell’altare c’è l’immagine di San Giacomo, della Madonna, e di San Nicola. In questa ermita mi sento di casa, primo perché è per i pellegrini, perché è italiana, perché ho dormito qui cinque anni fa, nel 2005 durante il mio anteriore pellegrinaggio da Lourdes a Fatima, e poi, ci penso, perché io sono nato il giorno di San Nicola, l’ermita è di San Nicolau! Inoltre, nel 2004 andai a Perugia, presso la Confraternita Italiana di San Jacopo, dove conobbi a Davide Gandini, che ha scritto un libro molto bello, che consiglio, si chiama “Il Portico della Gloria” e pala di un suo viaggio da Lourdes a Santiago, mi pare fatto nel 1999. Davide ispirò il mio pellegrinaggio da Lourdes, io aggiunsi Fatima, volevo qualcosa in più. In quello stesso giorno, capitai per caso, nel tavolo con Luciano Callegari, che cura con grande devozione e amore, il sito www.pellegrinando.it, che è un punto di riferimento per chi si vuole mettere in cammino. Luciano mi ha ispirato a fare questo blog e ha contribuito pubblicando il mio annuncio, “grazie di cuore Luciano, da parte mia e da parte di coloro che usufruiscono di questo log”. Tutto ciò quindi, ha un grande significato, e rende la mia permanenza nell’ermita di San Nicolau, molto familiare



Finisco la meditazione, faccio alcuni gradini per condividere il pranzo, dico a Paola che mi sento a casa, anche perché io sono nato il giorno di San Nicola.



Paola mi chiede, quando fossi nato, io gli rispondo il 6 dicembre, e le chiedo se sapeva quando fosse la festa di San Nicola. Lei mi dice che lo sapeva, ma che voleva vedere se avessi detto la verità. Io ci rimango male, non so perché avrei dovuto mentire. Medito e rifletto su queste poche parole di Paola.
Chi mente generalmente pensa che tutto il mondo menta, e mi fa meditare ancora sull’accoglienza del pellegrino. Quando si accoglie qualcuno, non deve interessarci chi è, si accoglie e basta, altrimenti entra il giudizio. Noi non siamo chiamati a giudicare, ognuno di noi è chiamato ad amare. Inizia il pranzo, si mangia un ottimo piatto di spaghetti con un sugo speciale, una fettina di carne, e i “pimentos de Padrón”, (tipici della Galizia, un è piccante e un’altro no), non manca ovviamente il vino! Finisce il pranzo, ci si saluta, e ringrazio ovviamente Paola, per l’invito.
Esco fuori e saluto Claudio, il marito, e gli chiedo, cos’è per lui fare lo Hospitaleros. Lui ci pensa, e mi dice è un servizio. Io lo guardo, penso, e gli dico, no, non è un servizio, non è un’impresa, le imprese scrivono “siamo al vostro servizio”. Fare l’hospitalero, gli ribadisco, e in quel momento capisco tante cose anch’io, è una missione! Claudio mi guarda, e io quindi cerco un esempio, si, ci sono, Santa Teresa di Calcutta, si, lei faceva le cose come una missione, non chiedeva se era cattolico per esempio, curava tutti! Claudio mi guarda, e dice, cose grosse, e fa un sorrisetto, come se non sapesse rispondere a questo mio esempio. Io quindi incalzo, e gli dico, che il lavoro per esempio, di Santa Teresa di Calcutta, non è per il suo compiacimento personale, è un esempio per il mondo intero, e se noi guardassimo certe persone traendone insegnamento, glorificheremmo la loro vita.



La loro vita non deve essere inutile, deve essere imitata, loro, i santi, imitano Cristo, Gesù, noi dobbiamo fare lo stesso. In questo momento ho capito la differenza tra hospitaleros, chi riesce a dare amore e non freddezza, sono color che lo fanno come una missione, e non come un servizio.
Quindi qui mi rivolgo a tutti gli hospitaleros, a te Paola, non vuol dire che se fai l’hospitalera da 15 anni, e hai esperienza, sei perfetta. No, non si sta trasmettendo amore per il semplice motivo, che si  sta facendo un servizio. Con ciò non voglio dire che il tuo lavoro non va bene, ma  deve essere svolto più amorevolmente come se fosse una missione.



Il cammino continua, e dopo un po’ arrivo a Fromista. Sono contento, mi sistemo, lavo la roba, compro un po’ di roba da mangiare, ceno e rimango a scrivere qualcosa fino alle 02.00.

 Fromista

Un abbraccio a tutti, Christian.

 Fromista
Tuesday 3 August 2010

 SAN ANTÓN

Un nuovo giorno, mi sveglio più o meno alle 7.00. Quasi tutti sono andati via, mi lavo, bevo acqua e scendo giù, dove trovo Maripaz che gentilmente mi da un brik di latte e biscotti! Non c’è niente per scaldare il latte, c’è freddo, devo mettermi il maglione e la giacca a vento, ma il calore, l’amore, con il quale Maripaz mi ha dato il latte e i biscotti, non so, è come se il latte sia così caldo d’amore, che non ha bisogno di essere scaldato!



Faccio la colazione con alcuni ciclisti, sono spagnoli, si presentano, inizia una nuova stupenda giornata! 



Oggi il sole non da tregua, è senza pietà per noi pellegrini, che non siamo qui per abbronzarci! Il cammino attraversa infinite terre di grano! 

 Una pellegrina coreana, cerca di proteggersi dal sole

C’è tantissimo grano, sembra un mare di grano, questa sensazione non si ha tanto per l’estensione, bensì, quando soffia il vento, il grano si muove dando l’impressione che sia acqua!



Non a caso, tutta questa zona è chiamata il granaio della Spagna! 



Mi fermo a San Bol mi ero fermato anche cinque anni fa, in realtà vi avevo dormito, ma era frequentato da gente non in sintonia con il cammino, molti hippy, si fermavano lì, non camminavano. 

  San Bol vista da lontano

Adesso fortunatamente è gestito dal comune, e tutto un’altra cosa, si può notare dalla pulizia. Il posto è stupendo, vi è una fonte bella, e alberi, che per il pellegrino, è un’oasi nel deserto! 

 Un momento d'ombra!

Io arrivo ed è deserta, mi godo il fresco incredibile che c’è, non sembra vero, quasi ci vuole un maglioncino. 

 San Bol

Mi mangio un po’ di frutta e mi ristoro! Dopo una decina di minuti arriva un uomo a cavallo, un agricoltore che si chiama Callo e il suo cavallo, una femmina, si chiama Estrella. 

 Callo con il suo cavallo Estrella

Chiacchieriamo sul lavoro dei campi, poi arrivano degli altri pellegrini, e io riprendo il cammino. Il prossimo paese che incontro si chiama Hontanas, qui mi fermo e mi mangio due pinchos di tortilla accompagnato da un buon vino rosso. Qui mi rendo conto che ho perso nel paese anteriore, un piccolo portamonete dove avevo un trenta euro. Mi chiedo il perché di ciò, la risposta mi arriva durante il cammino, le cose, qui nel cammino non capitano a caso. In realtà, in questi giorni mi stavo preoccupando di prestare attenzione all’utilizzo del denaro, quindi anche di cercare degli alberghi economici, a offerta libera. In realtà si trattavano solo di preoccupazioni, ma io interpreto ciò, come una preoccupazione, quindi la risposta è che non mi devo preoccupare del denaro, sempre Dio mi ha protetto, quindi non ha senso, è un mancargli di rispetto se mi preoccupo e oggi vuole insegnarmi questo. Se mi preoccupo, e mi attacco al denaro, lo perdo! Io prendo tutto come un grande insegnamento, e non posso che ringraziarlo di essermi vicino, di essere il mio maestro, di non stancarsi mai a ripetere insegnamenti che già avevo ricevuto! Dopo aver finito di mangiare, riparto, anche se il sole è bello forte. Nel cammino osservo queste grandi macchine raccogliere il grano, Callo mi aveva detto che coltivare il grano non porta benefici economici, gli agricoltori vivono con gli aiuti economici.



Callo mi dice anche, che una macchina raccoglie il grano in una ora e quindici minuti, in un ettaro. Incredibile, io penso che un tempo, per lo stesso risultato ci volevano 100 uomini. Oggi, un lavoro che prima svolgevano forse 10000 uomini, lo svolge una sola persona, c‘è da riflettere, che nonostante il basso costo della mano d’opera, non ci siano benefici e gli agricoltori abbiano bisogno degli aiuti statali. Le campagne sono deserte, molto spesso non si incontra nessuno per ore, chissà com’era tanti e tanti anni fa. Verso le 15.55 intravedo le rovine di San Antón, è un vecchio monastero del XVsecolo, abbandonato nel XVIII secolo, ma non sono molto sicuro, di sicuro, so che le rovine lasciano capire che il monastero era bellissimo, in stile gotico. 

San Antón

In Spagna nel XVIII secolo furono sequestrati molti beni della chiesa. Questo monastero è stato uno di quei beni sequestrati, molte persone hanno portato via le pietre per costruirsi la loro casa, come è capitato a Roma con il Colosseo. Fa veramente tristezza vedere queste rovine che sono di proprietà privata, e il proprietario le utilizzava come magazzino per le cose vecchie, lavatrici, ruote, ecc… Nel 2002, una persona ha affiatato le rovine, pulito tutto e aperto un rifugio, che vive con le offerte lasciate dai pellegrini. 

Le rovine di San Antón

Questo monastero era nel cammino di Santiago fin dalla sua costruzione, e i monaci solevano accogliere i pellegrini e lasciargli cibo la notte fuori dalle mura. Io entro nel monastero, non c’è nessuno, solo un pellegrino Quim, di Barcellona. 

Géraldine, Luis, Marite

Mi accoglie la hospitalera che si chiama Geráldine, è francese ma di origini italiane, poi c’è Mariate che è di Alicante, e riparte domani, era l’hospitalera anteriore. 


 Poi c’è anche Luis, uno spagnolo di Leon, molto simpatico anche lui, ha fatto il cammino l’anno scorso ed è venuto a trovare a Géraldine. Dopo un po’ arriva Nathanaël, un pellegrino del Quebec, Canada. Io non vorrei rimanere, è domenica e voglio andare a messa, quindi voglio continuare il cammino. Luis, che è solo per visita, ha l’auto, e mi propone che se mi fermo, eventualmente lui mi può accompagnare. A quel punto accetto di rimanere, quindi mi faccio la doccia, fredda, ma non fa niente, perché a San Antón non c’è l’elettricità e la notte si accendono le candele, qui si può gustare in una maniera differente il cammino!!! La roba bisogna lavarla in una fonte che c’è fuori dal monastero. 

 Il lavaggio dei panni sporchi!

Faccio tutto come tutti i giorni, e Luis mi accompagna nel paese precedente per vedere se recupero il portamonete che ho dimenticato, ma niente da fare, ci perdiamo per le strade, il tempo passa e dobbiamo andare a messa. Rientriamo al monastero, e con noi viene a messa Nathanaël, Marite, Quim, ho convinto a tutti! Arriviamo al convento di Santa Clara, ma purtroppo la messa non c’è, pazienza, incontro un prete anziano e mi dice che non è peccato, io lo so, e gli chiedo se può celebrare la messa lo stesso solo per noi. Il prete mi guarda, forse voleva capire se aveva capito bene, ma mi dice sorridendo che non fa, ma che domani mattina alle 8.30 c’era una messa. Quindi mi giro, gli altri mi guardano, da loro sguardo erano più dispiaciuti per me che per la messa che non c’era, mi dicono che non fa niente, e Luis ci invita a tutti una birra nel bar del paese di Castrojerez. 



Dopo la birra rientriamo nelle rovine del vecchio monastero di San Antón, dove c’è ad aspettarci Géraldine che è rimasta a cucinare. Tutti noi aiutiamo a preparare la tavola, che la disponiamo nell’altare, Géraldine la addobba anche con dei fiori, e delle candele. 



Dopo aver preparato tutto, ci sediamo a tavola, e in piedi ci mettiamo intorno al tavolo, ci stringiamo le mani. Mariate, mi dice se voglio benedire la cena, io accetto volentieri:

“ Oggi è un giorno speciale, come tutti, ma oggi di più, perché è domenica, io voglio ringraziare Dio, che ci offre questa cena, e ci fa capire che è sempre vicino a noi, anche se non abbiamo potuto assistere alla Santa Messa; Grazio Dio, grazie Papà Celeste, perché ogni giorno mi dimostri che sei sempre vicino; voglio anche offrire questa cena a tutte le persone che ogni giorno seguono il blog, come se anche loro fossero qui presenti, e possano godere di questa magnifica serata” 

Amen. 
 
Tutti rispondono amen, ci sediamo, e facciamo un brindisi con il vino rosso, che abbonda e non manca mai in questo meraviglioso cammino! 

 La cena

La cena è una meraviglia, c’è un’ottima insalata, una caponata, pasta, salsiccia, morsilla, lenticchie, olive. Domani Mariate ritorna ad alicante, ritornerà nuovamente a settembre per fare un altro mese di volontariato a San Antón. Quindi la notte si apre una Cava (Spumante-Champagne) e si festeggia. 



Alle 23.00 circa ci salutiamo e si va a letto già c’è buio, un’altra giornata è andata via! Un abbraccio a tutti! 

 La camerata


Monday 2 August 2010


Dopo aver scritto l’articolo del 30 luglio, passo un attimo all’ufficio informazioni, dove racconto l’accaduto, e si ride tanto! 

 Burgos

Sembra di essere in una grande famiglia, sembra che tutti ci conosciamo! Lascio la simpatica ragazza dell’ufficio informazioni, vado a visitare la cattedrale e mi metto in cammino, sono le 15.00. 


Mi fermo in una chiesa che incontro subito all’uscita di Burgos, il tempo di recitare alcune preghiere evado via. Io penso che ci sono dei paesi intermedi nel cammino, la mia guida, mi dice che ci sono due paesi nei primi 8,5km, ma non è così, cammino per ben 12 km sotto un sole cocente, non c’è caldo, ma il sole picchia forte, e la stanchezza mi toglie energie. 

 Il paziente lavoro delle api!

Generalmente, i pellegrini di 65 anni dormono circa 9 ore al giorno, quando ne avrebbero bisogno normalmente solo di 6 ore, io sto dormendo una media di 5/6 ore, ma devo ringraziare le bellissime e-mail che ricevo, che mi danno una energia incredibile, molte volte ci penso, è incredibile, un giorno ho provato perfino a correre con lo zaino, nonostante la stanchezza, ho energia da vendere molte volte! 

 Quanti bei fiori si incontrano nel cammino!

Mi sono messo tropo a ridere, quando ho voluto correre con lo zaino, 14 kg sulle spalle, è divertente! È divertente, essere con se stessi, e ridere alcune volte di ciò che si fa! Dopo alcuni minuti ero stanco, ma anche perché saltavo dalla gioia, si… dalla gioia di essere in cammino, di godere ogni giorno ogni attimo, ogni passo, della luce, del buio, di tutte le persone che incontro, della Santa Messa, che quando la ascolto mi riempie di gioia. Sii, oggi sento in maniera forte il cammino, sono contento, le gambe mi portano fino Tardajos. A Tardajos, incontro una signora, che gentilmente mi accompagna fino all’albergo del pellegrino che comunque è sulla strada. Appena arrivo all’albergo, vedo che mi guardano da lontano, scommettono di quale nazionalità sono, pensano sia spagnolo! Maripaz, la hospitalera, mi accoglie con un abbraccio, anche lei arriva dall’associazione volontari del cammino, come i volontari di Arres, Logroño, Estela, Najera, hanno qualcosa di speciale, sono curioso, cosa li rende così speciali? Trasmettono un amore molto profondo. Maripaz è molto gentile, è il suo primo giorno oggi, è arrivata anche col padre anziano, è molto entusiasta e si legge negli occhi che è contenta anche di aver portato il padre anziano! Mi commuove vedere una figlia che si occupa così amorevolmente del padre, è emozionante! Generalmente le figlie nutrono un amore particolare per il padre! Maripaz mi offre della frutta, che accetto volentieri. 

 Christian; Felix; Maripaz (Hospitalera), Daniel


Dopo la doccia, e la pulizia della roba, vado nel centro del paese, per prima cosa in chiesa, e medito un po’.




Costume di Tardajos

Festa di Tardajos

Dopo vado nella piazza, c’è una festa, faccio delle foto, ma ho un po’ di fame e sonno e mi reco vicino all’albergo.

 La chiesa di Tardajos

C`è un bar di fronte all’albergo, chiedo un bicchiere di vino rosso e una porzione di pesce fritto, ma c’è troppo chiasso, vorrei scrivere, vado fuori in un tavolino all’aperto, ma non mi concentro bene, quindi decido di andarmene a letto e dormire! 

 Cercando di concetrarmi! Niente da fare! Alle mie spalle, L'albergo del pellegrino di Tardajos.

Sono le 22.00. Il sole, qui tramonta molto tardi! Ciao a tutti e un abbraccio, Christian.



July 31

After writing my blog about the previous day’s experiences I stop in at the information office where I share much laughter with the cute office girl about this story. The news has travelled before me though as we are all one big family.
On the way out from Burgos, it is nearly 1pm, so I stop in at church only briefly as time is slipping away from me today.
A guide tells me there are two towns I will pass through on the way today, with the first being at 8.5 kms. After then walking 12 kms in the scorching sun I realise that I might have been misled a little. The the sun is very strong today and it is sapping my energy.
On average most pilgrims sleep around 9 hours a night. I am sleeping an average of 5 to 6 hours. Yet, I am getting energy from somewhere and for this I thank all the wonderful emails I am receiving from everyone. They are filling me with such power and incredible energy on this pilgrimage. It’s funny sometimes I feels so empowered I even try to run with the pack sometimes and despite my fatigue I have energy to spare. It makes me laugh when I get this feeling to keep up with everyone else on the road, running along with my 14 kilos on my back. Today I walked along with the others for only a short time before I tired and I fell behind. But I jumped for joy today for sure. The joy of being on the road, the enjoyment of every moment of everyday, every step I take both light and dark, all the amazing people that I meet and of course the experience of listening to Holy Mass everyday fills me with so much joy.
Most definitely today I feel ‘the way’ so strong inside of me. I’m happy and my legs carry me to Tardajos.
In Tardajos I meet a lovely lady who graciously guides me to the pilgrim hotel. There Maripaz the hospitalera greets me with a big hug. Then I meet all the other volunteers Arres, Logrono, Estela, Najera. All these volunteers have a beautiful energy about them. I ponder what it is that makes them special and I pin it down to the fact they they all convey a very deep love.
Maripaz is a very nice woman. It is her first day today, ands he has come with her elderly father. She is very enthusiastic and is so happy to be sharing the experience with her father. It moves me to see a daughter who attends so lovingly to her father.
She shares some fruit with me which I so gladly accept.
After showering and cleaning the dusty road off me, I head straight to church in the centre of town to meditate for a while.
Afterwards I head to the town square and discover there is a party going on. I take some photos then decide to deal with my hunger and exhaustion. So I head to a little bar across the street, and enjoy some fish and some wine. I write a little also but it is noisy and I am finding it hard to focus as I am also so very tired.
It is 11 pm and most definitely my bed is now calling me friends.
A big hello and a hug to everyone.
Christian

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