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Questo Blog è stato aperto inizialmente con l'idea di supporto al pellegrinaggio da Lourdes a Fatima a piedi. Dopo aver aperto il Blog, ho pensato che può essere un mezzo con il quale condividere nella web la mia vita, i miei pensieri.

Este Blog ha sido abierto inicialmente con la idea de apoyar el peregrinaje desde Lourdes hasta a Fatima a pie. Después de haber comenzado el Blog, he pensado que podría ser un medio con el cual compartir mi vida y mis pensamientos en la web .

I've opened this Blog with the idea to support the pilgrimage from Lourdes to Fatima on foot. After opening the Blog, I thought it could be a good medium for sharing my life and my thoughts.
Tuesday 27 July 2010
 Il cammino da Najera


Sono le due del mattino, in silenzio mi infilo nel mio sacco a pelo, e decido di mettermi i tappi alle orecchie, così domani posso dormire un po’ di più. Alle sette mio sveglio, sistemo lo zaino e mi preparo per andare in un bar, voglio scrivere della giornata di ieri, ancora non l’ho fatto. Incontro all’entrata Simona e decidiamo di andare insieme a fare colazione. Chiacchieriamo, Simona, deve rientrare mi pare il 7 agosto in Italia, ma è troppo presto, non riesce a finire il cammino. Quindi le consiglio di andare a Villafranca del Bierzo, sono sette tappe fino a Santiago de Compostela, almeno così finisce il percorso. Il cammino deve essere adattato alle proprie esigenze. Saluto Simona, ci scambiamo le e-mail per rimanere in contatto, e mi cerco un bar poter scrivere di ieri. Finisco di pubblicare intorno alle 14.00, quindi vado in un negozio d’alimentari che sta per chiudere, mi compro un po’ di frutta, lomo, due pomodori, e un gelato, e mi metto in cammino, con un bel sole in cielo perfetto per abbronzarsi! 


 Un momento di riposo


Cammino rapido, e arrivo dopo un’ora al primo paese che si chiama Azofra e che dista sei km all’incirca. Qui mangio un pincho di tortilla e bevo un bicchiere di vino rosso, riempio la sacca dell’acqua, e riparto. Percorro altri 10km fino a Cirueña, e arrivo verso le 18.00. 

 Azofra

Il tempo anche qui, di riempire la sacca dell’acqua, e via fino a Santo Domingo de la Calzada. 


Monumento moderno per il pellegrino che va a Santiago de Compostela

A Santo Domingo de la Calzada ci sono due rifugi per i pellegrini, uno appartiene alla Abazia Cistercense Nuestra Señora de la Anunciación e fanno pagare 5 euro, così mi riferiscono alcuni pellegrini, e l’altro, che si chiama Rifugio Casa del Santo, è di una confraternita locale, bellissimo, sembra un hotel a 4 stelle ed è gratis e ha una capienza di 100 posti letto. 

 Santo Domingo de la Calzada

Qui mi viene di fare una riflessione, un rifugio si fa pagare, tra l’altro meno confortevole, mentre l’altro, di lusso per un pellegrino, è gratis, con una offerta libera. 

Rifugio casa del Santo


La cucina del rifugio casa del Santo


 La sala da pranzo con i divani in pelle e la televisione nella casa del Santo.

La sala computer della casa del Santo


Una veranda esterna della casa del Santo.


Qui si può osservare come uno privilegi il cammino dell’anima, e l’altro metta al primo posto un tornaconto personale. Perché non ragionano nello stesso modo? Entrambi sono strutture religiose, perché? Mentre mi facevo la doccia, mi è venuto un proverbio, l’abito non fa il monaco! Questa è la verità, non è da pensare che se ci rivolgiamo a un prete, per un consiglio, per una qualsiasi cosa, troviamo un’accoglienza impeccabile. Non è così, ci sono preti, frati, che ci accolgono a braccia aperte, mentre altri, pensano solo a se stessi. È una realtà per cui non possiamo fare nulla purtroppo, tranne che essere diversi, noi prima di tutto. Io ogni giorno che sono accolto a braccia aperte, ricevo qualcosa, e quel qualcosa è amore, che mi riempie, e che devo dare al prossimo! Ma se non lo riceviamo non lo possiamo dare. E’ importante amarsi, perché il nostro amore, l’amore per noi stessi, ha un ruolo fondamentale nella nostra vita. L’amore per noi stessi a volte può essere accompagnato da malinconia, tristezza, solitudine, ma in quel momento siamo con noi stessi, soli ma stiamo bene, anche se spesso non ce ne rendiamo conto, perché non siamo abituati alla tristezza, allo stare soli con noi. Rimanere in solitudine, non è da tutti. Ci sono persone che scappano dalla solitudine, e con mille pretesti cercano sempre di fare qualcosa, di essere impegnati, ma stanno solo scappando. Queste mie parole non vogliono affermare che dobbiamo stare soli, ma che noi siamo importanti, l’amore si dà con la consapevolezza, con la volontà. Oggi ho fatto varie riflessioni sulla giornata di ieri, sul luogo in cui ho dormito. Vi ho raccontato che l’albergo era bellissimo, pavimenti in legno, soffitti in legno, pulitissimo organizzatissimo. Eppure, devo confessare che nonostante tutta l’attenzione ai particolari, era freddo. Lo Hospitalero, impersonava il ghiaccio assoluto, non mi ha accolto a braccia aperte, no, era una persona fredda come se fossi stato in un hotel, rigido, ci parlava con regole, orari da rispettare, non ci guardava negli occhi con amore, no, nonostante fosse gentile ed educato. Perché, nella vita non siamo fatti tutti uguali, ognuno di noi ha i propri limiti, e quindi dobbiamo accettarli, non possiamo trovare, ne cercare negli altri la perfezione. Neppure nelle persone che lavorano all’interno della chiesa, possiamo trovare la perfezione, io ne ho conosciute tante, persone attaccate ai soldi, persone con la paura dei soldi, ma e anche persone sante, come un frate che è morto in odore di Santità, si chiamava Fra Nazareno di Pula. Per lui c’è una causa di beatificazione in corso. In realtà basta guardare la televisione, leggere i giornali, storie di santi, storie di uomini della chiesa arrestati per cose abominevoli, ma anche per affari sporchi, e così via. Ci sono molte differenze nella chiesa, e anche durante il cammino si trovano persone con tante differenze, persone amabili, altre meno. Perché? Perché tutti siamo in cammino, poi poco è importante chi è più amabile rispetto a un altro, quello che io cerco è di essere più amabile io, migliore con me stesso, tutto il resto non conta, conta ciò che noi vogliamo, ciò che noi portiamo avanti. Oggi, l’albergo del pellegrino dove ho dormito, mi ha fatto ragionare, bello ma, freddo, quindi, in una scala di valori, cos’è più importante, mi chiedo camminando. Ieri mentre scrivevo, dopo che velocemente mi sono fatto la doccia, ho lavato la roba, sono andato di corsa a comprarmi qualcosa da mangiare, si sono collegati con skype in video conferenza Tere e Pilar dal rifugio di Arres, che seguono appassionatamente il blog. Pilar mi ha spiegato il motivo per cui c’è un gallo dentro la cattedrale. 


 La cattedrale di Santo Domingo della Calzada



Nel XVI secolo, una ragazza di Santo Domingo de la Calzada, si innamorò di un giovane tedesco che era accompagnato dai suoi genitori, in pellegrinaggio verso Santiago de Compostela. Il giovane tedesco rifiutò l’amore della ragazza, e quindi lei per vendicarsi del suo rifiuto, nascose una coppa d’argento nel suo bagaglio, e ne denunciò il furto. La coppa d’argento fu trovata nel bagaglio del ragazzo tedesco, e fu condannato all’impiccagione, e l’unica cosa che rimase da fare ai poveri genitori affranti dal dolore, fu pregare a San Giacomo. Quando si avvicinarono al corpo del figlio, oramai impiccato alla forca, udirono il figlio dire che è vivo per grazia di San Giacomo. Quindi i genitori andarono dal magistrato a dire che il miracolo, era la testimonianza dell’innocenza del proprio figlio. Il magistrato fu interrotto mentre mangiava, e seccato disse che il loro figlio era vivo come il gallo e la gallina che stava per mangiare, prima che lo interrompessero con questa incredibile storia. In quel momento, il gallo e la gallina, saltarono dal piatto e si misero a cantare. 






Per questo motivo, nella cattedrale vi è un gallo e una gallina nell’altare, e anche nell’albergo dove ho dormito, fuori in un cortile interno. 






 Dopo questa curiosa scoperta, ho continuato a scrivere, fino a che è stato possibile, poi lo hospital inesorabilmente alle 22.30 è arrivato a mandare tutti a letto come i bambini. Ho tentato di continuare nel mio letto, ma avevo paura che la luce dello schermo potesse disturbare i pellegrini che dormivano, per cui ho deciso di spegnere e di infilarmi nel sacco a pelo! Una’altra giornata si è conclusa, un abbraccio a tutti quanti.

TRADUCCIÓN AL ESPAÑOL
26 de Julio 2010
NÁGERA- SANTO DOMINGO DE LACALZADA (21Km)


Son las dos de la madrugada, en silencio, me meto en mi saco de dormir, y decido ponerme tapones en los oídos, así mañana puedo dormir un poco más. A las siete me despierto, preparo mi mochila y me voy a buscar un bar; quiero escribir la jornada de ayer, ya que todavía no lo he hecho.

En la entrada encuentro a Simona y decidimos ir juntos a desayunar. Simona me parece que tiene que volver a Italia el 7 de agosto, es demasiado pronto, no logrará terminar el camino. Por lo tanto le aconsejo que vaya al Bierzo y que salga desde allí, son siete etapas hasta Santiago de Compostela, al menos así termina el recorrido. El camino debe ser adaptado a sus necesidades. Saludo a Simona, nos intercambiamos los e-mails para permanecer en contacto, y me busco un bar poder escribir la joranda de ayer. Acabo de publicar en el blog alrededor de las 14.00 horas, así que me voy a una tienda de alimentación que está a punto de cerrar, me compro un poco de fruta, lomo, dos tomates, y un helado, y me pongo en camino, con un hermoso sol en cielo, ¡perfecto para ponerse moreno!

Camino rápido. En una hora llego al primer pueblo que se llama Azofra que se encuentra 6 km aproximadamente. Aquí como un pincho de tortilla, me tomo un vaso de vino tinto y relleno la cantimplora con agua. Recorro otros 10 km hasta Cirueña; llego hacia las 18.00 horas.

En Santo Domingo de la Calzada hay dos refugios para los peregrinos, uno pertenece a la Abadía Cistercense de Nuestra Señora de la Anunciación y cuesta 5 euros, así me dijeron algunos peregrinos, y el otro, que se llama el refugio Casa del Santo, que pertenece a una comunidad local, es hermoso, parece un hotel de 4 estrellas y es gratis. Tiene una capacidad de 100 plazas.

Esto me hace reflexionar: un refugio en el que te hacen pagar, entre otras cosas es menos confortable, mientras que el otro, de lujo para un peregrino, es gratis.

Aquí se puede ver cómo una orden da prioridad al alma del camino y la otra da prioridad el sacar beneficio para sí misma.  ¿Por qué no razonan del mismo modo? Ambos son estructuras religiosas, ¿por qué? Mientras me tomo una ducha, me ha venido a la cabeza un refrán: ¡el hábito no hace al monje!

Esta es la verdad, cuando nos dirigimos a un sacerdote, para un consejo, para cualquier cosa, no siempre encontramos una acogida impecable. No es así. Hay sacerdotes, frailes, que nos acogen con los brazos abiertos, mientras que otros, sólo piensan en sí mismos. Es una realidad en la que por desgracia, no podemos hacer nada, salvo ser nosotros diferentes ante este hecho. Cada día que pasa, me han acogido con los brazos abiertos, recibiendo algo, y ese algo es amor, que me llena, ¡y que debo dar al prójimo! Pero si no recibimos amor,  no lo podemos dar. Es importante amarse, porque nuestro amor, el amor por nosotros mismos, tiene un papel fundamental en nuestra vida. El amor por nosotros mismos a veces puede ser acompañado de melancolía, tristeza, soledad, pero en ese momento, que estamos con nosotros mismos, estamos bien. A menudo no nos damos cuenta de ello, porque no estamos acostumbrados a la tristeza, porque como antes he dicho, no estamos acostumbrados a estar solos con nosotros mismos. Permanecer en soledad, no es para todos. Hay personas que huyen de la soledad, y con mil pretextos siempre tratan de hacer algo, de ser comprometidos, pero tan sólo están huyendo. Estas palabras no quieren decir que debemos estar solos, sino que nosotros somos importantes, el amor se da con la conciencia, con la voluntad.

Hoy he hecho varias reflexiones sobre el día de ayer, sobre el lugar en el que he dormido. Ya conté  que era un albergue hermoso, con suelos y techo de madera, pulcro y organizado. Sin embargo, debo de confesar que a pesar de toda su atención, el albergue era frío. El alberguista era como el hielo, no me acogió con los brazos abiertos, no; era una persona fría como si hubiese estado en un hotel, rígido, hablaba imponiendo reglas, horarios para respetar, no nos miraba con amor, no, a pesar de que era amable y educado. Ya que en la vida no estamos hechos todos iguales, cada uno de nosotros tiene sus límites, y por lo tanto debemos aceptarlos, no podemos encontrar o buscar en los demás la perfección. Ni siquiera en las personas que trabajan dentro de la Iglesia, podemos encontrar la perfección, yo he conocidas a tantas... personas obsesionadas por el dinero, personas con miedo al dinero, pero  también personas santas, como un monje que ha muerto santo, se llamaba Nazareno de Pula. Para él existe una causa de beatificación en curso. En realidad basta con mirar la televisión, leer los periódicos, historias de santos, historias de hombres de la iglesia detenidos por hacer cosas abominables y también por asuntos sucios, y así sucesivamente. Hay muchas diferencias en la iglesia, como también durante el camino se encuentran personas con tantas diferencias, personas amables, otras menos... ¿Por qué? Porque todos estamos en el camino, no es más importante quién es el más amable, sino que yo intente cada día ser más amable, y estar mejor conmigo mismo, todo el resto no importa, importa lo que nosotros queremos, lo que nosotros llevamos adelante. Hoy, el albergue del peregrino donde he dormido me ha hecho reflexionar: bonito pero, frío; por lo tanto, en una escala de valores, ¿qué es más importante?, me pregunto al andar.

Ayer mientras escribía, después de darme una rápida ducha, he lavado la ropa , me he ido a comprar cualquier cosa para comer, y me he conectado con skype en vídeo conferencia con Tere y Pilar del refugio de Arres, que siguen apasionadamente el blog. Pilar me explicó el motivo por el que hay un gallo dentro de la catedral:

En el siglo XVI, una chica de Santo Domingo de la Calzada, se enamoró de un joven alemán que estaba acompañado por sus padres, en peregrinación hacia Santiago de Compostela. El joven alemán negó el amor a la chica, y por tanto, ella para buscar venganza a su rechazo, metió una copa de plata de su familia en el equipaje del joven para denunciar el hurto. La copa de plata fue encontrada en el equipaje del chico alemán, por lo que fue condenado a la horca. La única cosa que pudieron hacer los pobres padres del joven fue rezar a Santiago Apóstol y seguir su camino. De regreso de Compostela, no pasaron a dar crédito cuando descubrieron que su hijo seguía vivo en la horca, milagrosamente sostenido y protegido por Santo Domingo. Fueron a decírselo al juez del pueblo, que en aquel momento estaba en la mesa a punto de comer un plato de pollo. Al oír lo que le afirmaban los padres, replicó con ironía: "Esta historia es tan verdadera como que este gallo y esta gallina van a levantarse del plato y cantar." Así lo hicieron las aves, ante el asombro de todos.

Después de este curioso descubrimiento, he continuado escribiendo, hasta que me ha sido posible continuar: el alberguista a las 22.30 horas nos ha enviado a todos a la cama como los niños. He intentado seguir en mi cama escribiendo, pero tenía miedo de que la luz de la pantalla pudiera perturbar a los peregrinos que dormían, por lo que he decidido apagar el ordenador y meterme en mi saco de dormir.¡¡Otro día concluido!!

¡¡Un abrazo para todos y todas!!






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